Nasce a Marliana (PT) il 24 Novembre 1949. Studia presso l’Istituto d’Arte Petrocchi di Pistoia. Frequenta la Scuola Libera del Nudo e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze.Si dedica inizialmente alla pittura e alle sperimentazioni grafiche. Nel 1978 esce il suoi primo Manifesto sul “graficismo”al quale aderiscono anche Samuel Beckett ed Emilio Vedova. Nel 1984 inaugura la sua prima mostra Graficismo che viene presentata dal collega e amico Mario Nigro. Alla Biennale di Venezia del 1985 presenta il suo Manifesto del Dissenso Totale e i suoi Art Spaces. Cofondatore dell’editoriale FOGLI/MANIFESTO, nato nel 1977 attorno al Centro d’Arte Bonelli di Montecatini terme, è anche firmatario del primo Manifesto Grafico.
Tra le principali mostre alle quali ha partecipato: 1965 Collettiva a Palazzo Reale a Milano, 1968 Premio Cerreto Guidi a Firenze, 1973 Personale Galleria La Pota Vecchia a Pistoia, 1976 Pittori Toscani al Museo Nazionale di Bielefed (Germania), 1977 mostra fotografico/didattica su Picasso- Mostra omaggio di M. Biagi”Opere pittoriche dal 70 al 74” Monsummano Terme, 1978 Centro Arti Visive –Mostra progetto degli operatori ed artisti per il Foglio/Manifesto- Accademia d’Arte Montecatini Terme, e Centro d’Arte Moderna Bonelli – pittura, scultura e grafica degli operatori ed artisti per il foglio /Manifesto Montecatini Terme. Si è dedicato anche alla realizzazione di libri d’artista. Nel 1990 esegue un libro a quattro mani con Anna Brancolini. Molto noto anche per la sua produzione di “eccitoplastici”, grandi lavori sagomati in legno con un disegno incastonato generalmente monocromi e di sculture “estroflesse”, legni lavorati a bassorilievo trattati con colori vivaci. Nel 2010 è protagonista della mostra Convivio alla Galleria Vannucci di Pistoia dove si è misurato con la produzione di una serie di opere in ceramica piatti, brocche, stoviglie e addirittura tavoli e sedie realizzati per l’occasione, che sono stati utilizzate per tutto l’evento.
Incisione appartenete ad una cartella grafica commissionata ad un gruppo di artisti toscani dall’Associazione degli industriali di Pistoia nel 1994 come omaggio al lavoro (cfr. scheda p.). Le tecniche grafiche rappresentano per Biagi, già dagli anni settanta, un mezzo diretto, rapido ed essenziale per comunicare instaurando un filo diretto tra l’artista e il fruitore dell’opera. L’immagine che Biagi ha scelto per rappresentare il mondo del lavoro è piuttosto ironica anche se sottintende una vena pessimistica. Il bidoni, tema ricorrente nell’opera dell’artista, insieme ad altri elementi geometrici che possono essere identificati con “macchinari”, hanno assunto un ruolo predominane rispetto alla manualità dell’uomo che sotto si riconosce nell’anonima sagoma che si allontana mestamente. Già nel 1978 Anna Brancolini scrive “Il pessimismo di fondo porta l’artista ad osservare il mondo attraverso un’ottica drammatica ed ironica e ad esprimere il caos, il nonsenso ed il vuoto che si ravvisa con la grafica la cui tematica è costituita soprattutto dai BIDONI ACCATOCCIATI… l’affondamento del Cavtat al largo del porto di Otranto, con i suoi novecento bidoni di piombo tetraetile che evocano ingombranti fantasie di inquinamento ed incubi di catastrofi ambientali… I bidoni sono infatti l’emblema della distruzione ambientale, del vuoto, del negativo… Anche le scatole rispondono allo stesso intento dei bidoni… che con la rigidità e alternanza di linee dure, si contrappongono alle linee curve e rotonde dei bidoni, quasi a sottolineare che il non senso è presente in tutte le manifestazioni del reale, anche in quelle tra loro opposte… In un mondo così “disumanizante” poco posto c’è per l’UOMO… La sua è una posizione di “equilibrio instabile” ed è già tanto se riesce a crearsi un posto tra la proliferante crescita degli elementi negativi dominanti, scatole e bidoni” (Brancolini, 1978, pp. n.n). Molto interessante l’attualità della critica che si adatta perfettamente ad un’opera eseguita sedici anni dopo e che conferma la coerenza poetica dell’artista.