Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Alfredo Bardazzi

Prato, 1926


Alfredo Bardazzi a Prato trascorre l’infanzia e inizia gli studi superiori iscrivendosi al Ginnasio. Consegue però la maturità classica al Liceo Galileo Galilei di Firenze, poi la laurea in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Torino, nel 1951. Il lavoro nel settore tessile, lo porta in giro per il mondo, dove registra puntualmente le sue osservazioni in appunti schizzati su piccoli foglietti; veri e propri diari giornalieri che conservano l’immediatezza delle emozioni, dove la realtà disegnata si rapporta prima di tutto con il mondo dei sentimenti e dell’animo. Appunti personalissimi di un dialogo interiore aperto da sempre e mai interrotto, cui il linguaggio artistico ha dato voce. Nel dopoguerra partecipa attivamente insieme all’amico Vinicio Berti alla rivista “Caratteri”, quindicinale d’arte e cultura diretta da Guido Di Pino, su cui interviene puntualmente con poesie e racconti. La sua cultura cattolica lo avvicina e lo mette in contatto con la cerchia di Giorgio La Pira; in questo contesto conosce Pietro Parigi ed è coinvolto in un’altra esperienza editoriale, questa volta nel Foglio di S. Procolo (impegno che tutt’ora lo vede presente), una pubblicazione di carattere religioso, che vede la partecipazione di molti artisti e dove compaiono alcuni suoi lavori. Solo nel 1995 l’artista si decide a presentarsi al pubblico con una Mostra Antologica al Centro d’Arte Moderna presso il Chiostro di San Marco a Firenze. Sulle tele rielabora gli schizzi dei tanti viaggi, a volte conservando la piccola dimensione, ma soffermandosi anche sui luoghi più familiari: muri, facciate di chiese, rocce. Una pittura tonale, resa con una dinamica veloce, impressa con energia sulla tela mediante l’uso della spatola.

In un recente soggiorno a New York, Bardazzi cattura la realtà americana prima con appunti disegnati a pennarello, poi in studio, rivisitati nella trama delle emozioni, in dipinti-collage al limite dell’astrazione.

L’ultima produzione è caratterizzata dall’immissione sulla tela di piccole concrezioni di colore, una stesura laboriosa ricca di impasti cromatici sovrapposti, quasi presenze plastiche che rendono tattile l’oggetto visivo.

Le opere di Alfredo Bardazzi si trovano in collezioni private a Firenze, Prato, Milano, Parigi e al Monastero Francescano di Nazareth.

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