Flavio Bartolozzi nasce a Pistoia il 2 febbraio 1938. Studia presso l’Istituto d’arte di Firenze dove ha come maestri Angelo Maria Landi, Alberto Caligiani, Onofrio Martinelli e Renzo Grazzini. Dal 1961 al 1963 frequenta l’Accademia all’Accademia di Belle Arti di Firenze, allievo di Antonio Berti e Ugo Capocchini, e riceve, ancora studente, la commissione da parte di Giovanni Michelucci dell’altorilievo della quarta stazione della Via Crucis nella Chiesa della Vergine a Pistoia (successivamente ne realizzerà altre quattro: 1967,1974, 1992, 1993). Dal 1964 al 1971 si trasferisce in Svizzera e collabora con lo scultore Zschokke a Basilea. A Ginevra espone nel 1970 alla Galleria Migrus. Dal 1971 al 1973 è docente al Liceo Artistico di Lucca e successivamente insegna al Liceo Artistico Giovanni Michelucci di Firenze fino al 1998. Collabora con il Comune di Lamporecchio realizzando un Omaggio a Leonardo facendo nascere i famosi cicli dei vari “Omaggi”. Ha ricevuto nel corso degli anni numerose commissione per opere pubbliche: nel 1970 gli viene richiesto una Crocifissione a bassorilievo per la Chiesa delle Regine all’Abetone (PT), esegue una Via Crucis nel 1990 per il Convento dei Passionisti a Firenze, e infinei il Monumento ai Caduti situato in Piazza San Lorenzo a Pistoia nel 1993 e quello Per la pace collocato a Villa Voger a Firenze nel 1995. Il suo impegno per la pace lo porta a realizzare un grande trittico “Natività77” per la Chiesa di san Biagio in Cascheri a PistoiaMolte le mostre personali dele quali si darà solo una parziale informazione: la prima mostra è del 1958 e si svolse presso l’Università Popolare di Pistoia, nel 1962 espone presso la Saletta del Fiorino a Firenze, è alla Galleria “Palazzo Vecchio” di Firenze nel 1968, alla Galleria “Eros”, Anemass-Francia nel 1969, alla Gallerie Club”, Ginevra-Svizzera nel 1970. Prosegue al Centro d’Arte Contemporanea, Basilea(1979), alla Galleria “TAP”, Colonia-Germania, Galleria la Spirale, alla Galleria “Citifin”, Milano(1988-1989), nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia (1994), al Museo Marino Marini di Pistoia(1996-2000-2001-2002-2003), al Foyer degli Artisti a Firenze in tre diverse edizioni (1998- 2000-2007), alla “Scuola n. 56” di San Pietroburgo-Russia(1999), alla “Galleria Il Bisonte”di Firenze(1999), alla “Gallery Ltd”, Washinghton-America e “Gallery Semi Pubblic”di Asheville nel 2001. Flavio Bartolozzi comincia a lavorare con la tecnica del papier collè alla fine degli anni ’90, oggi rappresentativa di gran parte della sua produzione. Dispersi frammenti di una realtà etico-culturale e umana poliedrica, quale quella del maestro pistoiese, essi sembrano aggregarsi, trovando così nuove motivazioni estetiche per costruirne una nuova e istintiva sublimata nell’arte. A questa molteplicità delle forme estetiche corrisponde una molteplicità dell’esistere e dell’essere umano, nell’eterno scomporsi e ricomporsi della vita. Dal 21 ottobre al 3 novembre 2012 un’accurata selezione di opere del Bartolozzi sono state esposte a Pechino in un’esposizione organizzata dalla galleria FYR-Arte Contemporanea di Firenze, dalla Cultural Development Foundation e dall'Istituto Italiano di Cultura a Pechino, presso il A.C. Art Museum di Pechino. Il curatore Richard Walter Mutt scrive “li incontri tra cultura Italiana e Orientale si snodano attraverso i secoli, e la Cina, oggi, più di qualunque altro paese asiatico si avvicina alla nostra cultura nella sua ricerca di una propria via a “l’Umanesimo” per una “Rinascita” identitaria e spirituale, a ormai più di 100 anni dall’inizio del processo rivoluzionario, che portò nel 1949 alla creazione della Repubblica Popolare Cinese. Insomma una nuova “Rivoluzione Copernicana” quella della Cina Contemporanea, inscritta in un mondo senza centro e senza confini, come pensava l’umanista Giordano Bruno. Una Rivoluzione Culturale che mina in profondità le antiche certezze del vecchio mondo chiuso e assolutista delle gerarchie, portando a un nuovo assetto sociale aperto ad infinite possibilità, ove ogni cosa e ogni persona, dalla più umile alla più notabile, godono di pari dignità…Fra gli artisti toscani in scena Flavio Bartolozzi, con una serie di disegni e collage nei quali si legge un intricato intreccio tra la cultura e l’arte toscana umanistico-rinascimentale e quella moderna e contemporanea italiana e mondiale, la cui geometria aurea profonda nei sentimenti facendoci fare un salto culturale nel futuro che solo un’arte fortemente meditativa può sostenere”.
L’opera donata da Flavio Bartolozzi al Mac,n di Monsummano Terme “Un segno per la pace. Per non dimenticare” mostra lo stile e il gusto introdotti dal maestro dalla seconda metà degli anni novanta, che segue forme e linee grafiche anche nella definizione di configurazioni plastiche. Gli elementi caratterizzanti sono: uno spazio ridotto alla pura essenzialità dove le zone sono scandite da figure liberamente distribuite in maniera istintiva che caricano di contenuti e significati simbolici la gestualità dei personaggi più che la loro espressione. La mancanza di spazio e tempo porta ad immaginare una sorta di situazione onirica che si ripropone in maniera quasi ossessiva e costante attraverso l’uso di una linea nervosa, rapidissima che tra interruzioni e riprese si concretizza come una sorta di tagli netti che scavano negli stati d’animo dell’osservatore. Lo spazio è suddiviso su tre piani paralleli dove uomini armati, calpestano uomini morti e a loro volta sono sovrastati da uomini/anime che concludono la narrazione di un evento drammatico, ognuno chiuso nella propria solitudine spazio temporale. Niente chiaroscuro solo linee, tratteggi, intrecci, punteggiature che definiscono la forma e riempiono le forme, in una profonda armonia di segni che costruisce un appagante equilibrio compositivo e lascia al bianco e al nero il compito di dare un giudizio etico. E’ evidente che l’artista ha trattato un tema importante come quello della pace con una sorta di minimalismo, graffiante e ironico, che gli permette di comunicare emozioni attraverso una sottile dialettica che punta fondamentalmente alla dimensione estetica e non alla ricerca della verità oggettiva. Flavio Bartolozzi è un artista impegnato da oltre cinquant’anni a testimoniare l’impegno per la libertà, la difesa dei diritti civili, la non violenza e la pace nel mondo. La sua opera è dedicata a Los desastres de la guerra di Francisco José de Goya Licintes, e ricorda il 9 novembre, giorno dell’inaugurazione, la Caduta del Muro di Berlino.