Personaggio alquanto schivo e distaccato del quale si hanno sporadiche notizie documentate, ha agito sempre in sordina nel contesto di un panorama artistico di fervida ricerca che ha caratterizzato la cultura fiorentina della metà degli anni Cinquanta. Conosciuto soprattutto come eccellente orafo, Biliotti, dopo un primo approccio alla pittura figurativa, si avvicina all’Astrattismo Classico entrando in contatto principalmente con Vinicio Berti e Maria Pia Liberia Pini che, nella loro abitazione di Via Panicale, si intrattengono con l’artista in frequenti riunioni incrementando il vivace dibattito, iniziato nell’immediato dopoguerra, sui nuovi orientamenti delle arti visive.
Nel 1959 circa, Biliotti presenta a Berti e alla Liberia Pini, un amico di vecchia data, Emilio Malenotti, un pittore naïf e restauratore di mobili, nella cui bottega si spostano gli incontri e le discussioni dei tre artisti. È sempre Biliotti a far conoscere il giovanissimo talento di Alberto Gallingani ai coniugi Berti. Tra i quattro pittori nasce un sodalizio artistico che, dal 1961, si concretizza in una serie di esposizioni collettive: la prima è del marzo 1961, E. Biliotti, V. Berti, A. Gallingani, L. Pini, Mostra con Dibattito alla Casa della Cultura Majakovsky, Firenze; segue, nell’aprile del 1961, E. Biliotti, V. Berti, A. Gallingani, L. Pini, Mostra con Dibattito alla Casa della Cultura F. Ferrucci, Firenze; nel novembre del 1961 Biliotti partecipa alla Mostra Collettiva Antiatomica, allestita sotto i portici degli Uffizi e organizzata dalla Galleria Lo Sprone, Firenze; nel febbraio del 1964, E. Biliotti, A. Galligani, Mostra alla Galleria Numero, Firenze; nello stesso anno la Galleria Numero espone opere di Biliotti alla Mostra Mercato Nazionale d’Arte Contemporanea, Palazzo Strozzi, Firenze; nel marzo 1964, Biliotti è presente alla Mostra Collettiva Manifesti per il ventennale della Resistenza al Circolo Culturale Segno Rosso, Firenze; nel maggio del 1964 l’artista partecipa alla collettiva Disegni Satirici al Circolo Culturale Segno Rosso, Firenze; infine, nel luglio del 1964 espone alla Collettiva organizzata dall’ARCI Manifesti per il ventennale della Resistenza, Palagio di Parte Guelfa, Firenze. L’ultima esposizione documentata in cui figurano le opere del Maestro Biliotti, sembra essere una mostra postuma del 1974, in tale occasione Vinicio Berti ha scelto personalmente i dipinti dell’artista che sono stati presentati alla Galleria La Piramide di Firenze.
L’opera, Composizione, del 1964, è entrata a far parte della collezione “Il Renatico” per volontà di Maria Pia Liberia Pini che, in qualità di amica e stimatrice dell’artista defunto, si è occupata di recuperare i dipinti del Maestro Biliotti, pittore di grande talento ma anche schivo, riservato e soprattutto, lontano dal circuito delle gallerie e della notorietà. Dunque, anche una documentazione specifica sull’artista è risultata praticamente inesistente; una delle rarissime testimonianze del suo lavoro è rintracciabile in un testo del 1964 che Giancarlo Ori scrive, in occasione della presentazione della mostra Biliotti Gallingani, alla Galleria Numero di Firenze. “Fra le pertinenze attualissime dell’assunto astrattista, tutte da lui sofferte con immediatezza esemplare, non è cosa, forse, più importante, vorrei dire più bella di questo liberarsi dal passato senza rinnegarne i valori, anzi penetrandoli e riassumendoli – e superandoli – mediante una vocazione ed una partecipazione alla massiccia robustezza del loro significato più sostanzioso […], a tutta la gravità del momento dialettico per il quale essi presuppongono la fisionomia nuova dei tempi e della storia […]” (cfr. G. Oli, Biliotti, in Biliotti Gallingani, Firenze 1964).
L’opera di Biliotti progredisce, nei primi anni Sessanta, verso una forma pienamente astratta in un dinamismo di fasci che esplodono da un nucleo circolare posto al centro della composizione; l’impasto cromatico diventa grumoso al contatto con il supporto in legno grezzo e la pennellata, apparentemente gestuale e vibrante, segue invece, un ordine rigorosamente calcolato.
S.B.