Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Michele Dantini

, 1966


Michele Dantini è critico d’arte e curatore, fotografo (ha studiato fotografia con Michael Yamashita), videomaker, autore di diari di viaggi. Tra le mostre più recenti: 2001 Children’s Art Museum, Palazzo Pubblico, Magazzini del Sale, Siena, presentando immagini di icerbergs insieme ad interviste con Artic, ecologisti, e biologi marini. Nel 2002 Strange stories, Palazzo Strozzi e Villa la Loggia, Firenze, audio e video installazioni con immagini delle più grandi città africane, costruzioni coloniali e studi etnonografici provenienti dai musei locali.

Five (un) ambiguos statements upon distance and beauty, Galleria Alessandro De March, Milano, una sorta di connubio tra fine arts e reportage socio-ecologico. Un esperimento sul tema del “viaggiare nelle vicinanze”, teorizzato dall’antropologo Marc Augè, quindi una indagine su di un paesaggio a noi vicino, da qui fotografie botaniche, attraverso un cambiamento di scala i soggetti diventano di grandi dimensioni, ci sorprendono e ci fanno osservare, con maggior attenzione i fiori comuni, che normalmente, nel quotidiano ignoriamo.

Nel 2003 la mostra Working, presso la Stazione Leopolda, in Firenze, dove ha immaginato uno spazio pubblico (GeaLab), per il futuro Centro di Arte Contemporanea di Firenze; partecipa a Weeds, X Biennale Internazionale di Fotografia, Fondazione Italiana di Fotografia, Torino. Ricordiamo, inoltre, che il suo libro Diario nambiniano, del 2001, ristampato nel 2003, uno studio sulle politiche e le istituzioni del Sud-Africa, è stato nella shortlisted per il premio Paolo Biocca 2002, organizzato dalla società Italo Calvino e dalla rivista L’indice.

I suoi progetti vertono sui temi della mobilità, della geografia politica e sociale da un lato, sui processi mentali implicati nei comportamenti di esplorazione e attenzione dall’altro. Spesso concepiti in occasione di viaggi in luoghi dislocati e relativamente remoti, video, fotografie, text-works esplorano le polarità esistenti tra la ricerca sul campo e estetiche fine arts.

Frammenti di story-telling mirano ad articolare una differenza culturale, a mostrare una complessità (ecologica, sociale, culturale), spesso trascurata dai media occidentali, a stimolare atteggiamenti non egemonici. Scelte antinarrative e antidocumentarie sollecitano al tempo stesso risposte puramente sensoriali nello spettatore e lo conducono a confrontarsi in prima persona con esperienze di smarrimento, sorpresa, riflessività, stupore. Tra le mostre personali ricordiamo: Zmeiniy Project, Tsekh Gallery, Fedorova Cultural Foundation, Kiev, 2010; Cythère, Villa Bardini, Firenze, 2009; Baedeker, Parco Bardini, Firenze, 2007; A Green Nothing, Fondazione Merz, Torino, 2007; No breaking news, Kunsthalle Montforthaus, Feldkirch [A], 2004. Nelle esposizioni collettive, tra le altre ha partecipato a: La revanche de l’archive photographique, Centre de la Photographie, Genéve, 2010; Green Platform, Centro di cultura contemporanea Strozzina, Firenze, 2009; 1988. Vent’anni prima, vent’anni dopo, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2009; Schreibstation, Stiftung Galerie für Zeitgenossische Kunst, Leipzig, 2004.

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