Mario Girolami studia presso l’Istituto d’Arte di Pistoia e segue i corsi liberi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Frequenta la facoltà di Architettura nel capoluogo toscano ed insegna materie artistiche. Nel 1981 ha eseguito un murale hai giardini pubblici di Agliana (PT). Nel 2007 partecipa con altri dieci artisti, Amerigo Folchi, Silvia Percussi, Claudio Frosini, Giordano Pini, Bruno Benelli, Luciano Barale, Roberto Agnoletti, Andrea Dami e Luigi Russo Papotto all’esposizione a Pistoia Note a piè pagina. Arabeschi del ventunesimo secolo, mostra dedicata al filantropo pistoiese Niccolò Puccini (1799-1852) in occasione del restauro e relativa riapertura della sua casa natale. Oreficeria – Scultura – Pittura con presentazione critica di Siliano Simoncini. Mario Girolami presenta in questa occasione un albero privo di frutti che lui definisce come il suo melo, che non ha fatto crescere frutti, ma ha prodotto un’ ombra d’oro. Esiste per l’artista un fosso ideale da oltrepassare per raggiungere l’ombra d’oro che rappresenta il sapere, la cultura: la nostra vera ricchezza, che va coltivata se vogliamo che altri meli fioriscano. L’albero del sapere della conoscenza per Girolami rappresenta il legame alla cultura pucciniana attraverso un linguaggio Neo Pop Art evocato da quell’ombra d’oro proiettata. Il tema dell’albero torna comunque spesso nella poetica dell’artista che trasferisce nell’immagine realistica dell’albero un numerosa quantità di significati simbolici legati alla conoscenza e al sapere.
Senza titolo, 1994
“Girolami ama la materia da un punto di vista prevalentemente naturale. Per questo motivo il legno che dall’albero diventa tavola, rappresenta in modo determinante l’atto di lavorare … Mario Girolami che rappresenta una ricerca impressionista concettualizzata” questo è il giudizio critico di Umberto Castelli curatore della cartella di 11 incisioni commissionata dall’Associazione degli Industriali della Provincia di Pistoia nel 1994 intitolata “1944-1994: 50 anni di Lavoro”. La tecnica che Girolami utilizza per eseguire l’albero all’acquaforte sul suo foglio è molto interessante: la lastra risulta completamente scontornata e ciò è evidente dalla battuta che si ottiene in seguito alla pressione che produce il passaggio sotto al torchio. L’elemento che colpisce oltre alla maestria tecnica è comunque la coerenza ideologica che l’artista manifesta nel riproporre un tema/pensiero a lui caro, quello della simbologia dell’albero. L’albero per Girolami rappresenta infatti il sapere, la cultura, ciò che di positivo possiamo tramandare e che può essere “prodotto” soltanto da una corretta “coltivazione”, da un’attenta cura e dedizione verso questi alberi, che stimoleranno la formazione di una società non solo colta, ma anche capace di saper scegliere tra il bene e il male, tra il bello e il brutto, tra la giustizia e l’iniquità, una società consapevole, e quindi responsabile, del proprio destino. E quale migliore esempio di Lavoro poteva riuscire a rappresentare Girolami? Il duro lavoro del contadino viene, infatti, reso simbolicamente uguale al lavoro dell’intellettuale poiché entrambi si muovono senza conoscere orari, eventi atmosferici o indisposizioni personali per far crescere una pianta che quando darà i suoi frutti, o le sue ombre, potrà soddisfare i piaceri dei sensi, ma anche quelli dello spirito. P.C.