Dopo essersi diplomato in Pittura Murale e Decorazione presso l’Istituto d’Arte, riconosce le proprie matrici culturali in quelle della sua città, ritrovando prima, in Giotto e Brunelleschi, poi successivamente, nel Futurismo e nell’Astrattismo Classico, i punti di riferimento dello sviluppo dell’arte fiorentina. Dal 1967 inizia la sua attività artistica con una serie di lavori nati dallo studio dell’ambiente identificandone alcuni segni primari che lo compongono: questa analisi lo porta ad un approfondimento delle sue ricerche che si indirizzano verso l’area costruttivista. Nel 1971 entra in contatto con lo Studio d’Arte Il Moro, partecipa all’organizzazione del collettivo e aderisce al manifesto Nascita di una morfologia costruttiva; nel 1972 espone alla rassegna Verifica in occasione della quale, tutti i componenti del collettivo presentano le loro opere dopo un anno di lavoro in comune; nel 1973 espone alla Mostra alla Strozzina (Palazzo Strozzi, Firenze). Partecipa a tutte le manifestazioni culturali promosse dal gruppo fino al 1988, anno della cessazione dell’attività del collettivo per il quale, cura con Mauro Bini il volume Firenze/Ricerca - Arti Visive. Documenti ed esperienze dal dopoguerra ad oggi; è, inoltre, da annoverare la conferenza, tenuta dall’artista nel 1982, sul tema Un decennio di attività sperimentale nel campo delle arti visive, in occasione della conclusione del ciclo di mostre e dibattiti organizzati dallo Studio d’Arte Il Moro. Dalla metà degli anni Ottanta, è impegnato in numerose collettive inserite, nel proseguo del folto programma culturale perpetrato dallo Studio d’Arte Il Moro, citiamo: nel 1985, Evidenze da: Nascita di una morfologia costruttiva/I percorsi di una ricerca; nel 1986, Linguaggi e ricerche. Proposta di un collettivo; nell’ottobre dello stesso anno partecipa a I segni di Firenze. Arte in vetrina, rassegna promossa dal Centro Commerciale San Pier Maggiore; nel 1987, Una situazione fiorentina, al Centro Culturale Magazine di Prato e all’inaugurazione della nuova sede dello Studio d’Arte Il Moro (Borgo della Stella). Nel 1990, in occasione del centenario della morte di Carlo Lorenzini (Collodi), organizza una mostra commemorativa dal titolo, Omaggio a Pinocchio, dalla quale sviluppa un particolare lavoro di approfondimento realizzando una nuova edizione del libro a forma triangolare e in seguito, una serie di eventi ispirati al celebre burattino: Pinocchieide, al Museo Marino Marini di Firenze, 1991; Pinocchio a nuova vita restituito, Biblioteca Nazionale Centra-le di Firenze, 1992; cura inoltre una installazione illustrativa in occasione della commedia Pinocchio…cha…cha…cha, presso il Teatro di Rifredi, Firenze, 1994.
L’opera di Roberto Fabrizio Gori matura nel contesto dell’esperienza collettiva dello Studio d’Arte Il Moro. Particolarmente interessato alle matrici culturali della propria città, individua, prima in Giotto e Brunelleschi poi successivamente, in Alberto Magnelli e Vinicio Berti, i costruttori di uno spazio a misura d’uomo che è stato il punto di riferimento costante dello sviluppo dell’arte a Firenze. Dai primi anni Settanta l’artista, orienta il proprio lavoro, verso una spazialità classica che si concretizza attraverso un linguaggio di tipo sistematico-costruttivista presentato, attraverso un sistema di aggregazione di segni riferibili alla realtà urbana. Nella serie di lavori del 1975-1976, tra i quali si inserisce Processo Costruttivo Segnico del 1976, Gori propone la conquista del monocromo come conseguenza di un processo costruttivo di somma tra segno e colore conseguente, ad un’operazione matematica finalizzata al controllo emotivo. Le forme, interamente elaborate in blu, ricreano un nuovo sistema linguistico basato sulla successione del segno che, si sviluppa in una sequenza di immagini, rigorosamente geometriche, generate dall’incrocio delle verticali orizzontali ed oblique.Nel suo insieme, l’opera si compone di due parti distinte: la superiore, dove domina una composizione sistematica basata sull’intervento grafico del segno e l’inferiore, nella quale, l’artista presenta il colore come semplice proposta, affidando al monocromo blu, lo spazio della tela. S.B.