Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Lucia Marcucci

Firenze, 1933


Dopo aver conseguito gli studi artistici, si dedica soprattutto alla pittura e scultura. Nel 1955 si trasferisce da Firenze a Livorno, dove inizia un’intensa attività nel teatro d’avanguardia, a cui unisce una particolare predilezione per la poesia e la letteratura che, l’artista elabora in forma di collage tra parole ed immagini. Dal 1963 si occupa di poesia visiva, dando luogo al suo primo Poema Tecnologico, tuttora inedito, dal titolo L’indiscrezione è forte. I suoi viaggi frequenti a Firenze la mettono in contatto con Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, fondatori del Gruppo 70; finché, nel 1965 decide di lasciare Livorno per tornare a Firenze, dove l’ambiente culturale è particolarmente effervescente ed attivo. Iniziano da questo momento i suoi veri e propri contatti con l’ambiente artistico non solo fiorentino ma, anche italiano. Con la sua prima partecipazione alla mostra di poesia visiva organizzata dal Gruppo 63, nella Galleria Guidi di Napoli, entra a pieno merito a far parte di quel gruppo di poeti, musicisti e pittori (Antonio Bueno, Giuseppe Chiari, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti) che, si riunirono nel Gruppo 70. L’artista, viene attratta da subito dal versante verbo-visuale della Poesia Tecnologica, accentrando l’interesse soprattutto sui linguaggi di comunicazione di massa. La sua ricerca si sviluppa in direzione della Cinepoesia e delle tecniche di montaggio cinematografico non-lineari; da tale idea nasce un lavoro di équipe tra la Marcucci, Bueno, Miccini e Pignotti, chiamato appunto Cinepoesia, che la stessa artista illustra nel saggio dal titolo La cinepoesia e le tecniche del montaggio non-lineari.

Oltre alla cinepoesia, non vanno escluse dal suo curriculum artistico, le grandi prove di poesia visiva con i collages, che sono il risultato di un accostamento azzardato, irriverente ed ironico, tra immagini e parole, rubate ai mass-media, e decontestualizzate dal loro significato tradizionale, i suoi temi preferiti riguardano: la donna e la condizione femminile, ma anche la politica e i più tragici eventi della storia contemporanea.

Dal 1972, dopo la conclusione dell’esperienza del Gruppo 70 (che inizia a disperdersi già dal 1968), Lucia Marcucci, entra a far parte del Gruppo Internazionale della Poesia Visiva, al quale si unirono anche Miccini ed Ori. In questo periodo la ricerca della Marcucci si apre verso un tipo di esperienza più personale ed autonoma; realizza la serie delle Impronte, nelle quali, l’artista agisce più direttamente dentro l’opera con scritte a mano libera ed impronte di parti del suo corpo (ad esempio, le mani), il tutto, unito al collage di frammenti rubati a riviste e quotidiani. Anche la Marcucci, come i suoi compagni, ha sempre alternato all’attività artistica quella saggistica e critica, ricordiamo, per esempio, svariate collaborazioni a riviste come “Arte Oggi”, “Lotta Poetica”, “Il Portico”, “Nuova Corrente”, ed altre.

Ha partecipato a importanti manifestazioni nazionali ed estere quali: Festival dei Due Mondi, Spoleto, 1967; XXXVI Biennale di Venezia, Il libro come luogo della ricerca, 1972; XXXVIII Biennale di Venezia, Dalla natura all’arte dall’arte alla natura, con la mostra: Materializzazione del Linguaggio, 1978; International Kunstmesse Art 4, Basilea, 1973; Esperimente’73, Madrid, 1973; Parola, immagine, oggetto, Istituto Italiano di Cultura, Tokio, 1976; Arte come scrittura, Quadriennale, Roma, 1986; e fra le ultimissime esposizioni, il Premio AutoreDonna, mostra d’arte contemporanea al femminile, Castiglioncello, 1999.

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