Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Francesco Melani

Pistoia, 1925 / Pistoia,2002


Come molti altri artisti pistoiesi l’iniziazione all’arte avviene alla Scuola d’Arte di Fabio Casanova, poi l’esperienza da autodidatta, ponendo l’attenzione su tutto quello che artisticamente ruotava intorno, e l’amicizia e la stima di Alfiero Cappellini. Alla Scuola d’Arte frequenta i Corsi Serali di Disegno Tecnico, esigenza dettata non da un interesse specifico per questa materia, ma in funzione di un miglioramento del suo lavoro di apprendista meccanico. In queste aule conosce Aldo Frosini, Remo Gordigiani, Marcello Lucarelli, Jorio Vivarelli, Alfio Del Serra, ma soprattutto conosce il disegno e la pittura.

Le prime esperienze artistiche risalgono al periodo di Sant’Alessio, quando in fuga dalla guerra con la famiglia è costretto a lasciare Pistoia e a rifugiarsi nelle campagne. Qui inizia a dipingere dal vero e a maturare scelte in direzione dell’operare artistico.

Le prime opere (Natura morta con limone, 1945; Autoritratto-amico malato, 1946; Ritratto di mio padre, 1948) rivelano un modo denso e problematico di contemplare la realtà. Il modello è da ricercare in una cultura espressionista che traduce la violenza dei sentimenti in contrasti acuti e spigolosi, nel disarmonico accostamento di colori stridenti fino ad arrivare, nelle opere del 1948, ad un disfacimento della forma naturalistica per ridurlo a pura nota cromatica ed entità geometrico-astratta (Composizione di figure I, Capannoni alla S. Giorgio).

Nel 1947 entra a lavorare in fabbrica. Il lavoro lo porta a confrontarsi con una realtà dura ma ben determinata. Inizia a leggere i classici e la storia italiana.

Anche la sua pittura sembra risentire della pesante esperienza lavorativa, ma si arricchisce anche di fermenti ideali ed artistici. Alla Biennale veneziana del 1956 conosce Constant Permeke e Emil Nolde. L’incontro con i due artisti del nord, alimenta la sua tendenza a porre nella pittura il rapporto con il sociale, attraverso la forza espressiva del colore, del taglio compositivo, dell’impeto creativo (Figura al lavoro II, 1954; Operaio al lavoro, 1959).

Negli anni Sessanta l’attenzione si posa sui paesaggi e nature morte. La natura in queste opere non è mai contemplata, semmai caricata di problemi esistenziali, per il bisogno di fissare gli impulsi interiori in immagini immediatamente percettive (Paesaggio notturno, 1964; Vaso con fiori, 1967).

Poi venti anni di silenzio, o almeno di non documentata attività pubblica.

Le tele dell’ultimo decennio (Paesaggio a Sant’Angelo in Colle I, II, III, 1990) manifestano un’esigenza di sintesi, sezionando l’immagine in tasselli con cromie luminose, una realtà scomposta e ricomposta da campiture di intenso spessore.

Le opere di Francesco Melani si trovano in collezioni pubbliche e private.

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