Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

IT | EN | FR |
""

Marcello Meucci

Tobbiana - Montale (PT), 1943


Nell’infanzia conosce Ardengo Soffici, in occasione delle escursioni del pittore nella campagna vicino casa sua. Gli incontri con Soffici continuano anche successivamente e quando alla fine degli anni Sessanta aprirà lo studio della Casa Rossa a Seano, cominciano anche quelli con Quinto Martini: “Quinto venendo da Firenze in autobus, per raggiungere Seano, era obbligato a scendere alla Casa Rossa. Quando pioveva entrava, era diventata una consuetudine che divenne presto amicizia … Quinto Martini e Soffici, per l’attenzione che mi hanno dato, rappresentano dei punti fermi nella mia esperienza artistica”, così ricorda Meucci in una nota biografica curata da Andrea Bolognesi (M. Luzi, A. Bolognesi, Marcello Meucci 1968-99, Prato, Tipografia Thema, 1999).

L’attività artistica comincia in questi anni con una pittura tradizionale del paesaggio toscano “Dai colori stemperati (oli magri), ma non scialbi, nascono le visioni paesaggistiche di Meucci, con geometrizzate case, la cui essenza grafica e cromatica ci richiamano Rosai. Il riferimento, va detto subito, è puramente indicativo in quanto il Meucci, chiarista, ha una sua timbrica personale che si risolve in racconti lirici” (AA.VV., Gli anni ’60 e ’70 dell’arte italiana, vol. V, Piacenza, Ed. Studio d’Arte, 1974, pp. 172-173).

Tra il 1975 e il 1976 passa attraverso una travagliata vicenda pittorica che trova la sua ragione di essere nelle tristi esperienze di vita vissute dal pittore nel periodo adolescenziale, quando allontanato dagli affetti familiari si vide rinchiuso in un collegio di religiosi a Prato.

Nelle ampie tele che nelle loro tematiche si richiamano all’Inquisizione di Spagna, il ricordo personale si afferma come fonte primaria d’ispirazione prendendo, non a caso, il pretesto di tale avvenimento storico, dove i volti impassibili dei giudici ecclesiastici sembrano recuperare una parte della storia personale del pittore. In Nucleo (1975), La consegna (1976), La garrota (1974), il colore si presenta in dense campiture fortemente contornate, accentuando forme e figure e dissonanze stridenti.

Il ricordo giocherà un ruolo determinante anche nelle opere successive, che vedono l’assunzioni di modi meno aggressivi e meno strazianti, per sfociare questa volta in una pittura della memoria, nel tentativo di riprodurre non solo immagini, ma anche l’insieme di sensazioni ed emozioni che queste evocano. In questa ricerca il disegno si dissolve a favore del colore che acquista e diventa così l’elemento costruttivo del quadro a cui il pittore affida il suo sentire. Ora Meucci rielabora “particolari” di quadri già fatti, spesso paesaggi dei luoghi natali, in una rivisitazione più intimista, uno scavo attraverso la tela del suo “io”, sotto le trame di una pittura filamentosa, che non descrive ma suggerisce contenuti impalpabili. (Particolare del paesaggio, 1996; Composizione, 1997).

Queste opere dipinte a cominciare dal 1989, prendono il nome di Particolari, e sono state presentate in molte esposizioni in particolare con la Living Art Gallery’s di Milano all’Arte Fiera di Bologna (1996) e di Milano (1997).

Nel 2000 Marcello Meucci fonda insieme allo storico Andrea Bolognesi il Movimento Estrarte.

Le opere di Marcello Meucci si trovano in collezioni e gallerie in Italia e all’estero.

NEWSLETTER

Iscriviti per ricevere gratuitamente sulla tua email inviti ai nostri eventi, aggiornamenti e novità

Informativa PRIVACY | Se invece vuoi cancellare la tua iscrizione clicca qui