Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Nino Mustica

Adrano (Catania) , 1949


Nino Mustica (Catania 1949), artista che ha utilizzato nel corso della sua lunga attività tecniche e tecnologie svariate, mantenendo comunque  immutato il suo livello creativo, rientra nel programma di indagine che il Mac,n ha cercato di programmare per il 2014.

Le serate a tema dedicate agli anni Sessanta e Settanta, organizzate nell’estate appena trascorsa,   sono state infatti un’occasione sia per riscoprire la musica, la storia, le problematiche sociali, la movida e il tradizionale mady in Italy,  che le origini di artisti che si affacciavano, proprio in quegli anni, al mondo dell’arte con determinazione, definendo linee produttive fondamentali per i movimenti culturali odierni.

Non è questa la sede per ripercorrere i numerosi e recenti successi di Nino Mustica, ma, grazie al prestito di un dipinto e circa una decina di fogli di grafica di una collezione privata,  è stato possibile riscoprine le origini dell’artista. Evidente, nelle opere esposte, il calore della sua terra, la Sicilia, con tutto il suo antico humus sedimentato e fuso tra culture e tradizioni differenti, che si manifesta nella pittura di Mustica con la ricerca di una profonda pittura tonale, dove il colore e lo spazio si mescolano senza regole, indifferenti delle proporzioni, della prospettiva, della realistica distribuzione della luce, che punta, invece, nella sua grottesca sregolatezza, a creare struggenti intimismi e sottili denuncie.

Impossibile non riconoscere nel tema del tradimento, descritto nel dipinto dal titolo In primis maritum  … firmato e datato 1965, realizzato con grande attenzione di dettagli e scarsa definizione dei caratteri fisionomici dei personaggi, la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove, nonostante il rapido avvicinarsi degli eventi noti del 1968, che spingevano verso una sempre  maggiore  ricerca di autonomia creativa,  ancora, con dispotica violenza, echeggiavano gli insegnamenti dei grandi maestri della Scuola Romana degli anni ’30 quali  Mario Mafai, Scipione, Giuseppe Capogrossi, Roberto Melli, Franco Gentilini, Alberto Zivieri.

Mustica coglie da tutti questi maestri la capacità di trasformare i valori dell’atmosfera in una densa stratificazione dello spazio e la porta a  vivere attraverso la declinazione e il contrasto di masse e strutture, conferendo volume all’immagine con l’accentuazione dei toni luminosi. Senza rinunciare ad un saldo impianto strutturale i suoi personaggi sono resi con una pennellata larga e corposa , una scelta di masse plastiche e volumetriche prive di schemi prevedibili, riconoscibili in maniera ancora più evidente nelle originali acqueforti colorate che offrono una curiosa interpretazione non solo della figura umana, ma soprattutto del suo animo. 

   

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