Chana Orloff (1888-1968) è nata nell'impero russo (ora Ucraina) e si trasferisce nei territori della Palestina nel 1905. Si stabilisce a Jaffa e inizia a lavorare in una sartoria. Qui si unisce al movimento dei lavoratori di Hapoel Hatzair e rimane per cinque anni in quel paese insegnando taglio sartoriale a Gymnasia Herzliya. In seguito decide di andare a Parigi per approfondire le sue conoscenze sulla moda, ma giunta in Francia si innamora dell’arte e si iscrive ai corsi di scultura presso l’Académie Russe di Montparnasse. Nel 1916 sposa Ary Justaman, scrittore e poeta polacco e l’anno successivo nasce un bambino. Alla morte del marito nel 1919 la Orloff si lega sentimentalmente al pittore israeliano Georges Kars e insieme a lui decide di lasciare la Francia quando i tedeschi iniziano le rappresaglie contro gli ebrei. Con l’invasione nazista si trasferisce in Svizzera, ma in seguito al suicidio di Kars e alla fine della guerra nel 1945 rientra a Parigi trovando la sua casa e tutte le sue opere distrutte. A Parigi la Orloff si lega a giovani artisti ebrei quali Marc Chagall, Jacques Lipchitz, Amedeo Modigliani, Pascin, Chaim Soutine e Ossip Zadkine. Nel 1913 con loro espone al Salon d’Automne. Dopo la costituzione dello Stato di Israele, la Orloff comincia ad esporre al Museo Nazionale d’Arte di Tel Aviv e nel 1949 inaugura una mostra con 39 sculture. Fino al 1951 rimane in Israele per completare due monumenti che le vengono commissionati: il Monumento agli Eroi, per i difensori di Ein Gev, e il Monumento della Madre, in memoria di Chana Tuckman, morta durante la guerra d’Indipendenza israeliana. Oltre a monumenti la Orloff ha scolpito numerosi ritratti: a due primi ministri israeliani, David Ben-Gurion e Levi Eshkol, agli architetti Pierre Chareau e Auduste Perret, ai pittori Henri Matisse, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso e Per Krohg, ai poeti Hayyim Nahman Bialik e Pierre Mac Orlan.
Chana Orloff muore in Israele il 16 dicembre del 1968.
Foglio eseguito da Chana Orloff per una cartelle contenete 11 ritratti a xilografia tutti con soggetti femminili. Si tratta di una suite a tiratura limitata solo 100 copie stampata da Frazier-Soye a Parigi e pubblicata sempre nella capitale francese da D’Alignan nel 1919. Ogni foglio presenta in basso a destra a matita la firma autografa e originale dell’autrice mentre a sinistra si può leggere a stampa il nome del personaggio ritratto. Titoli delle opere contenute nella cartella completa: Portrait de la Bonne, Portrait de Mlle L., Portrait de Mlle Watts, Portrait de Louise Marion, Portrait de Mme Sigrist, Portrait de Mlle Ch. Dallies, Portrait de Mme Franconi, Portrait de Mme Lemaitre, Portrait de Mme Robin, Portrait de Bebe, Portait of l'Auteur.
Al Jewish Museum di New York è conservato un esemplare del foglio della Orloff che presenta in alto a sinistra una dedica autografa, eseguita nel maggio del 1919 a Parigi.
L’autoritratto della Orloff coniuga con grande equilibrio le influenze artistiche vissute dalla scultrice: quella russa, che esalta una nuova classe sociale fondata sul proletariato, destinata a ricostruire il paese, basata su fondamenta socialiste e quella francese di Picasso del periodo blu che nel suo autoritratto del 1901 si rappresenta in un cappotto blu dal quale esce solo il volto che esprime la tristezza e la depressione che lo aveva colpito in quegli anni. Anche la Orloff, nel suo essenziale autoritratto, si concentra sul volto e su alcuni semplici elementi dell’abbigliamento e dell’acconciatura, che sembrano voler ricordare il grave e doloroso momento che sta attraversando la donna nel 1919: la morte del marito.