Consegue il diploma di Educatrice d’Infanzia alla scuola magistrale. Continua gli studi a Torino, iscrivendosi all’Accademia Albertina dove segue il corso di pittura con Italo Bressan e Roberto Villa e il corso d’Incisione con Vincenzo Gatti e Daniele Gay.
Nel 1999, vince il I Premio Internazionale, Biennale dell’Incisione, Città di Monsummano Terme, con l’opera Sardine. Sempre questo anno la vede impegnata in altre rassegne espositive fra cui: XVII Concorso Nazionale di Pittura Contemporanea Giorgio Loro Comune di Trivero (Vercell)i; III Triennale Giovani Incisori Italiani, Villa Croce (Genova); IV Concorso Nazionale d’Arte Grafica, Brisighella (Ravenna); III Premio Internazionale per l’Incisione F. Bertoni, Fermignano (Urbino). Nel 2000 continua la sua partecipazione a mostre e concorsi: IV Edizione Premio Franco Vasapolli, Torino; Antologia dell’incisione piemontese Mondovì (Cuneo); Il guerriero di Capestrano, Concorso di pittura internazionale delle Accademie di Belle Arti, Chieti. Nel 2009 organizza una mostra personale a Milano presso la Dry Dinning Mars e l’anno successivo è a Bologna con Esercizi di percorrenza una, mostra a cura di Valentina Redditi dove espone tele di grandi dimensioni e opere su vetro che riflettono le sue ultime ricerhe rivolte verso le forme astratte. Nel giugno del 2011 espone per l’annuale progetto Barriera Mobile 2 a Torino un patchwork che usa per indagare, assieme ad altre 5 artiste provenienti da paesi diversi Italia, Mali, Perù, Marocco, i rapporti tra arte contemporanea, territorio e creatività sociale. L’esposizione prevede che cinque donne che vivono a Torino nord, tra Barriera di Milano e Falchera raccontino attraverso i loro lavori se stesse e le proprie dinamiche personali. Laura Pugno offre la sua visione artistica e genera un’opera che colloquia con le altre attravesro simbologie peculiari e personalizzate eseguite da Nezha Elmoutchou, Teresa Lozano, Laura Ingargiola, Fatoumata Samassekou e Fatoumata Sanogo. I continui lavori sul paesaggio di Laura Pugno ritornano alla fine del 2011 presso lo Studio #5 e qui l’artista presenta un processo di revisone del paesaggio straniero e suggerisce processi di naturale decomposizioine attraverso l’abrasione della materia. Nel 21012 partecipa alla III edizione del Greater Torino, esposizione curata da Irene Calderoni e Maria Teresa Roberto svoltesi tra maggio e agosto alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, e assieme a Ra di Martino interpretano sempre il paesaggio con differenti materiali e tecniche. Alle Cantine di Palazzo Luigi Rava di Ravenna Laura Pugno partecipa nel febbraio del 2013 ad una mostra collettiva nella quale diverse personalirtà attive nell’ambito dell’arte contemporanea si focalizzano sui molteplici aspetti dell’espressione nel suo formarsi. Laura Pugno è co-ideatrice del progetto Diogene (www:progettodiogene.eu)
Con questa opera Laura Pugno vince il Premio Internazionale Biennale d’Incisione Città di Monsummano Terme. Per il regolamento del Premio l’artista cede i diritti di tiratura dell’opera premiata (unica e irripetibile in n. 5 esemplari), due stampe restano di diritto al Comune patrocinante l’iniziativa.
Si tratta di un’incisione ad acquaforte, acquatinta e ossidazione su zinco. Quello dei pesci è un tema sperimentato più volte dalla giovane artista (Tentacoli, 1998; Prigioniero, 2000), gli esiti sono quelli di chi si istruisce nello studio approfondito e severo della tecnica del disegno e dell’incisione.
Il segno sottilissimo, condotto sul filo di una costante indagine naturalistica, non chiude le forme nei suoi volumi, ma concorre a graduare i toni e le sfumature, immergendo l’intera visione in un’ampia modulazione chiaroscurale di valore pittorico.
Così scrive Daniele Gay della sua allieva: “Laura infarcisce le sue preziose lastre con l’arguzia di una cuoca smaliziata: l’amalgama degli ingredienti tecnici di cui si vale è mirato a rendere verosimili e appetibili le astrazioni con le quali i soggetti vengono riassemblati nell’unità dell’opera: ricetta tradizionale, certo, ma equilibratamente rielaborata per soddisfare sia le retine incolte dei neofiti sia i palati esausti dei più esacerbanti fruitori”. (D. Gay, Antologia dell’incisione piemontese, in “Porti di Magnin”, n. 45, settembre 2000).