Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Gian Paolo Roffi

Budrio (BO), 1943


Gian Paolo Roffi, nato a  Bologna nel 1943, ha insegnato  Lettere in un Liceo della sua città. Artisticamente ha una mente eclettica volta a scorgere peculiarità in tutto ciò che lo circonda.  Si occupa infatti di Poesia Visiva, Sonora e Performativa. Già redattore delle riviste "Tam Tam", "Baobab", "Dopodomani", ha collaborato intensamente con Adriano Spatola fino alla sua scomparsa. Ha scritto testi per spettacoli musicali come Con gli occhi di Simone, dedicata e cantata alla scrittrice e militante rivoluzionaria Simone Weil nel 1978. Ha scritto raccolte di poesie quali Reattivi (1984), Madrigali (1986) e Perverba (1988).  Suoi testi sono apparsi su riviste italiane e straniere: “La Battana“, “Discorso Diretto“, “Lettera“, “Empireuma“, “Viceversa“, “Babel“, “Tribuna“, “Origini“, “Offerta Speciale“. Nell’ambito delle forme visive della parola, ha presentato in esposizioni personali e collettive le tavole di poesia concreta L’immagine del respiro (1986-1987) e le successive Schizografie (1988-1989). Ha esposto al Mac,n di Monsummano Terme in una mostra intitolata Fuoripagina. La collezione Roffi al Mac,n  la sua collezione privata,cento opere e oltre ottanta artisti, conservata presso l’archivio Segni & Segni di Bologna. Oltre ai nomi di artisti già presenti nella collezione de “Il Renatico”, ossia quelli di Lucia Marcucci, Eugenio Miccini Luciano Ori, Lamberto Pignotti e Ketty la Rocca,  “Gian Paolo Roffi ha esteso il raggio della sua campionatura andando al di là dei confini toscani e italiani, mostrando esperimenti verbo-visivi di volta in volta ascritti sotto le etichette di Poesia Visiva, Nuova Scrittura, Poesia Concreta – e poi sonora, fonetica- oppure ricondotti a movimenti quali Lettrismo, Ultra Lettrismo e network creativi come Fluxus e Mail Art.” ( Pasquale Fameli)

Scrive Paolo Guzzi nel testo Prima e dopo la scrittura: "Gian Paolo Roffi ha seguito, nella sua ricerca, un itinerario che, partendo dalla formazione letteraria, mai rinnegata, ha operato un graduale allontanamento dalla figura e dalla natura, e anche dalla scrittura in senso tradizionale, sino a giungere, come si può osservare in queste opere che espone alla Galerie Satellite di Parigi, la chiarezza ed il rigore, (lo ricorda Eugenio Miccini nell'introduzione a Voli) dell'esprit de géométrie pascaliano, come consapevolezza dell'esistente. Tutto il lavoro di Roffi, tende a creare "poesia totale" operando sul versante della scrittura, della poesia visuale, della musica e della sonorità vocale".

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