Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Leonardo Savioli

Firenze, 1917 / Firenze ,1982


Leonardo Savioli scrive nel 1981 la sua Autobiografia. Si tratta di un pezzo molto esaustivo che, se letto tra le righe, fornisce molte informazioni non solo sulla vita, ma anche sulla personalità e la grande sensibilità del maestro, capace di trovare gioia e interessi nelle piccole cose quotidiane "ancora oggi dopo tanto tempo, ho spesso davanti a me i gesti delle mani ingegnose di mio padre e di mia madre. A scuola andavo volentieri soprattutto perchè c'erano i compagni, e ci andavo volentieri anche perchè tra la casa e la scuola c'era un lungo tratto da fare a piedi: mi piaceva immensamente la strada perchè puntualmente e da solo, vi incontravo persone." (Registrare l'esistenza..., 2010, p.12). Bambino intelligente, ragazzo riflessivo e molto sensibile attribuisce ai lunghi periodi di malattia un ruolo fondamentale " Poi vennero le mie malattie; fui costretto a letto per circa due anni. Ma anche queste malattie, lo posso dire soltanto ora, mi furono necessarie; uscii da quella lunga penombra con gli occhi nuovi, attenti e curiosi, di un bambino in un corpo di uomo, diveuto improvvisamente adulto" (ibidem, p.16). La curiosità verso tutto ciò che lo circonda lo porta verso studi umanistice e, dopo essersi diplomato al liceo classico Galileo di Firenze, si iscrive alla facoltà di architettura di Firenze, laureandosi nel 1941. All'università conosce e diventa amico di Leonardo Ricci e con lui frequenta le lezioni di Giovanni Michelucci. L'anno prima della laurea insegna come assistente e ricercatore presso il dipartimento di urbanistica. Tra il 1943-1945 elabora un ciclo di di disegni detto "La città ideale" dove Firenze è protagonista di trasformazioni utopiche che dovrebbero renderla sempre più funzionale per i suoi abitanti. Dal 1944 comincia a collaborare professionalmente con Leonardo Ricci e Giuseppe Gori e con loro progetta il mercato ortofrutticolo di Pescia, che riceve il primo premio alla Biennale di San Paolo del Brasile nel 1953. Alla fine del conflitto bellico Firenze si trova priva dei suoi ponti fatti saltare dai tedeschi, prima della loro ritirata Savioli decide di partecipare ai concorsi per la loro ricostruzione e ne progetta un restauro conservativo. Nel 1948 inizia una collaborazione lunga e proficua con Danilo Santi. Nel 1950 si sposa con Flora Wiechmann e progetta la loro casa di fronte alla certosa del Galluzzo, costruendoci vicino uno studio solo tra il 1968 e nel 1970. Tra il 1960 e il 1970 progetta e realizza Villa Sandroni, Villa Taddei, Villa Bayon, il ponte da Verrazzano a Firenze e il cimitero di Montecatini. Dal 1964 insegna architettura degli interni e arredamento.Muore a Firenze l'11 maggio 1982.

 

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