Anna Scotti nasce il 14 marzo 1917 da Francesca e Battista Scotti. Terminati gli studi classici comincia a lavorare presso lo studio dell’architetto fiorentino Nello Baroni, membro del Gruppo Toscano, vincitore del concorso per il nuovo Fabbricato Viaggiatori della Stazione di Santa Maria Novella.A quel periodo risalgono i primi lavori di decorazione pittorica murale eseguiti in una sala dell’Università di Firenze e partecipazioni ai progetti dello studio col quale collaborava. Nel 1951 vince il concorso “Natale di Pace”, e nel 1953 espone le proprie opere in una mostra personale al Caffè La Posta a Prato. Parallelamente alla sua attività di pittrice, iniza a insegnare presso l’Istituto di Avviamento profesionale di Firenze. In seguito ad un’esposizione alla galleria del Gruppo Donatello a Firenze nel 1953, una sua opera viene segnalata e acquistata per la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. Negli anni successivi continua a esporre in diverse città italiane tra le quali Brescia, Padova, Trento, Parma, Roma. Al 1957 risalgono le sue prime personali fuori dal territorio italiano soprattutto in Sud Africa, a Bloemfontein e Johannesburg, dove decide di trasferisri come dimostra la documentazione realtiva alla richiesta di una “…residenza permanente nell’Unione del Sud Africa”. Nel 1959 espone all’Istituto di Cultura Italiana a Colonia e l’anno successivo al Museo d’Arte Moderna di Dublino, che acquista un suo dipinto per la collezione intitolato Il cantiere. Negli anni settanta la sua ttività continua con grande succeso e Anna Scotti torna in Italia prima in Liguria a Tellaro e in seguito a Firenze dove acquista una casa in Via Romana. Lì inizia a frequentare professionisti che apprezzano il suo lavoro di arredatrice e le richiedono collaborazioni. La sua attitudine al disegno la porta ad avere anche esperienze pubblicitarie per marchi legati sempre all’ambito dell’arredo di interni. A Firenze continua una assidua attività espositiva che la vede sostenuta da intellettuali quali Mario Soldati, Attilio Bertolucci o Giulio Briganti che acquista a Roma un dipinto dell’artista intitolato Forza contrarie 2.
Nel 1971 riceve un attestato di merito al Primo Concorso Nazionale di Pittuira Città di Parma, nel 1976 è presente al premio Internazionale di pittura e grafica “Torre d’Ansperto” alla Galleria “Studio A” di Milano, a Trento espone alla Galleria 9 Colonne nel 1979. Nel 1984 organizza una personale a Milano alla Galleria Il Mercante. La sua ultima esposizione è del 1993 presso la Galleria del Gruppo Donatello a Firenze. Sull’attività di Anna Scotti non esiste ancora un lavoro monografico completo, ma in seguito alla donazione effettuata dalla signora Gabriella Barsotti nel 2005 all’Archivio di Stato di Firenze è stato realizzato un accurato inventario da Silvia Masi (A.S.F., Inv. 447), contenete 2202 unità raccolte il 33 contenitori. In questi contenitori si trovano fascicoli che raccolgono precise informazioni sulla vita dell’artista, sulla sua attività espositiva, e molte fotografie delle sue opere o delle fasi più sigificative delle inaugurazioni delle sue mostre. Sono inoltre segnalate tutte le vendite effettuate da lei o dalle gallerie presso le quali esponeva, vi sono le presentazioni e i saggi critici di coloro che hanno presentato il suo lavoro e inoltre un elevato numero di fotografie alcune delle quali fuori consultazione perché prive dell’ autorizzazione da parte dei personaggi riprodotti o dei loro eredi.
Anna Scotti nel dipinto Paesaggio grigio manifesta di seguire l’arte informale diffusasi in Europa tra gli anni cinquanta e sessanta in contrapposizione al costruttivismo geometrico astrattista. Questo movimento artistico fondava la sua poetica sulla negazione della forma e sulla realizzazione di un soggetto seguendo l’impulso del gesto che si muoveva freneticamente per costruire attraverso un incontrollato uso della materia. La sensazione infatti di trovarsi nella tela della Scotti di fronte ad un paesaggio ci viene trasmessa dalla differenzazione di timbri cromatici che mettono in evidenza il rapporto tra materia, tono e immagine creando uno spazio dilatato in ampie stesure di colore che recuperano un ambiente più mentale che reale, fatto di silenzi ed inquietudini, di frastuoni e serenità, di riflessioni e ripensamenti. Tutto si può recepire dalle larghe pennellate e spatolate presenti nei paesaggi densi di materia e carichi di spessore, lavorati e scorticati dai gesti decisi di Anna Scotti. Sicuramente nella sua formazione è fondamentale la conoscenza della pittura di Antoni Tàpies, molto evidente anche nella grafica della pittrice, come mostra Avvenimento cosmico n.1, dove si nota che da soluzione tendenzialmente monocrome la Scotti si sposta verso composizioni che si rivolgono ad una cromia molto accesa che affida alla percezione un colore né atmosferico né tonale: un colore che, determinato dai contrasti primari, raggiunge il suo senso solo quando riesce a trasformarsi in segno. Rilievi che si contrappongono a cavità, procurano ombre e chiaroscuri, passaggi e interruzioni, ma mentre nella pittura questo continuo comunicare attraverso il colore crea il linguaggio della materia, nella grafica la stessa soluzione si ottiene grazie a segni marcati delimitati da contorni di colore netto.
Pittrice sicuramente colta, capace di leggere e capire le opere degli artisti americani quali Pollock / Krasner, Wols, Tobey, attraverso le sue forme colorate comunica messaggi di esistenza e di sopravvivenza che si orientano tra l’espressionismo astratto e l’informale. Le opere della Scotti permettono all’osservatore di guardare con grande libertà e di percepire solo ciò che le proprie paure, speranze o la sua istruzione gli ha insegnato, che non devono né corrispondere alla nostra esperienza quotidiana né contraddirla, ma filtrarla. Dalle colline rosse, nere e bianche di Avvenimento cosmico n.1, è possibile scoprire la sopravvivenza di tracce figurative che fanno pensare a enigmatiche, arcaiche o forse futuribili immagini di una natura in divenire. E’ evidente che la poetica dell’artista si contraddistingue con un’elevata dose di indipendenza interiore che trova nella radicale innovazione formale di uno spazio senza prospettive, dove prevale la stratificazione coloristica e materica, un forte potenziale espressivo.
Un tranquillo paesaggio toscano dove il colore della terra rossa viene improvvisamente colpito da una fortissima fonte di luce che ne modifica il cromatismo. L’emozione prevarica la forma anche in questo dipinto del 1984. Nonostante le sinuose colline siano definite da una linea continua che le disegna dolcemente all’orizzonte compaiono lampi e scrosci d’acqua che rendono violento e tempestoso il rapporto con la terra. Anche in questa opera Anna Scotti sottolinea attraverso l’osservazione della natura il suo profondo conflitto interiore che la porta molto spesso a manifestare un’inquietudine ed un’inquietudine che si manifesta soprattutto con l’uso di colori violenti, aggressivi e travolgenti.
Opera progettata e realizzata negli anni Settanta che manifesta la continua ricerca materica dell’artista. Anche in questo lavoro Anna Scotti analizza con attenzione la terra, il microcosmo con una dettagliata ricerca che mira alla realizzazione di componenti strutturali e coloristiche che devono condurre lo spettatore verso una profonda analisi introspettiva. L’artista usa spesso un unico colore creando sfumature e chiaroscuri che spingono l’immaginazione verso mondi fantastici ed irreali nei quali si perde la cognizione del luogo e del tempo. Un viaggio nell’inconscio che passa attraverso particolari della realtà quotidiana che vengono trasformati dalla fantastica e suggestiva creatività dell’artista toscana.
Opera progettata e realizzata negli anni Settanta che manifesta la continua ricerca materica dell’artista. Anche in questo lavoro Anna Scotti analizza con attenzione la terra, il microcosmo con una dettagliata ricerca che mira alla realizzazione di componenti strutturali e coloristiche che devono condurre lo spettatore verso una profonda analisi introspettiva. L’artista usa spesso un unico colore creando sfumature e chiaroscuri che spingono l’immaginazione verso mondi fantastici ed irreali nei quali si perde la cognizione del luogo e del tempo. Un viaggio nell’inconscio che passa attraverso particolari della realtà quotidiana che vengono trasformati dalla fantastica e suggestiva creatività dell’artista toscana.
Opera progettata e realizzata negli anni Sessanta che manifesta la continua ricerca materica dell’artista. Anche in questo lavoro Anna Scotti analizza con attenzione la terra, il microcosmo con una dettagliata ricerca che mira alla realizzazione di componenti strutturali e coloristiche che devono condurre lo spettatore verso una profonda analisi introspettiva. L’artista usa spesso un unico colore creando sfumature e chiaroscuri che spingono l’immaginazione verso mondi fantastici ed irreali nei quali si perde la cognizione del luogo e del tempo. Un viaggio nell’inconscio che passa attraverso particolari della realtà quotidiana che vengono trasformati dalla fantastica e suggestiva creatività dell’artista toscana.
Opera progettata e realizzata negli anni Settanta che manifesta la continua ricerca materica dell’artista. Anche in questo lavoro Anna Scotti analizza con attenzione la terra, il microcosmo con una dettagliata ricerca che mira alla realizzazione di componenti strutturali e coloristiche che devono condurre lo spettatore verso una profonda analisi introspettiva. L’artista usa spesso un unico colore creando sfumature e chiaroscuri che spingono l’immaginazione verso mondi fantastici ed irreali nei quali si perde la cognizione del luogo e del tempo. Un viaggio nell’inconscio che passa attraverso particolari della realtà quotidiana che vengono trasformati dalla fantastica e suggestiva creatività dell’artista toscana.
Opera progettata e realizzata negli anni Settanta che manifesta la continua ricerca materica dell’artista. Anche in questo lavoro Anna Scotti analizza con attenzione la terra, il microcosmo con una dettagliata ricerca che mira alla realizzazione di componenti strutturali e coloristiche che devono condurre lo spettatore verso una profonda analisi introspettiva. L’artista usa spesso un unico colore creando sfumature e chiaroscuri che spingono l’immaginazione verso mondi fantastici ed irreali nei quali si perde la cognizione del luogo e del tempo. Un viaggio nell’inconscio che passa attraverso particolari della realtà quotidiana che vengono trasformati dalla fantastica e suggestiva creatività dell’artista toscana.
Opera progettata e realizzata negli anni Settanta che manifesta la continua ricerca materica dell’artista. Anche in questo lavoro Anna Scotti analizza con attenzione la terra, il microcosmo con una dettagliata ricerca che mira alla realizzazione di componenti strutturali e coloristiche che devono condurre lo spettatore verso una profonda analisi introspettiva. L’artista usa spesso un unico colore creando sfumature e chiaroscuri che spingono l’immaginazione verso mondi fantastici ed irreali nei quali si perde la cognizione del luogo e del tempo. Un viaggio nell’inconscio che passa attraverso particolari della realtà quotidiana che vengono trasformati dalla fantastica e suggestiva creatività dell’artista toscana.
La voglia di disegnare e dipingere cioè di tradurre per immagini le proprie emozioni rappresenta l’aspetto più innovativo e accattivante dell’opera di questa artista toscana, innamorata della terra e del mondo. Il suo entusiasmo quasi adolescenziale si mescola ad una grande passione per ciò che vede e per come lo trasforma attraverso la sua profonda voglia di comunicare. La terra diventa l’infinito quando si guarda verso l’orizzonte e ci si perde nel labirinto dei propri pensieri, si manifesta come un gioco di colori quando si apre alla bellezza di una città fiorita o di un filare di cipressi colpiti da grossi nuvoloni candidi, ma può diventare anche una cupa, cavernosa e abissale cavità che t’inghiottisce e ti trascina nella sofferenza e nella paura del domani. Un’arista completa Anna Scotti che non smette mai di impressionare per la propria curiosità e soprattutto per la necessità di trasmettere al pubblico il proprio stato d’animo.
Nonostante non abbia mai interrotto le sue ricerche sul materico e l’informale, Anna Scotti dimostra di avere notevoli capacità disegnative che esterna nella rappresentazione della figura umana, ma soprattutto del volto degli uomini sia provenienti dal passato o da opere d’arte che hanno colpito la sua curiosità e che dimostrano la sua voglia di mettersi alla prova nella traduzione pittorica, sia rappresentando se stessa con una capacità analitica molto profonda. Nel suo Autoritratto infatti, ma anche in Anna la bella inglese, altro autoritratto a matita come si avverte dal taglio degli occhi, si nota un’accurata maestria nel definire i contorni, gli aspetti fisionomici e soprattutto il carattere austero ed elegante della bellissima donna che trasmette una profonda malinconia interiore. Sia nella pittura che nel disegno a penna l’artista sceglie di caratterizzare alcuni elementi del volto valorizzandoli con effetti di luce e ombra molto personali.
Deserto dentro, Messaggio e Senza titolo, dipinti della fine degli anni Ottanta, ci mostrano in maniera molto chiara la perfetta fusione tra realtà ed emotività che l’artista crea nei suoi lavori. Il colore della sabbia del deserto, la sua leggerissima consistenza, il pulviscolo che ricopre le stratificazioni terrestri, la materia che sovrasta, descrivono le caratteristiche di una zona desertica visitata e vissuta. L’artista, tuttavia, aggiunge al titolo la parola “dentro” per costruire e raccontare l’intensa sensazione di vuoto e di solitudine che si trova in un deserto naturale, ma che può nascere all’interno dell’uomo in seguito ad un grave evento. L’angoscia e la desolazione sono presenti in maniera molto forte in questi dipinti che cercano un loro riscatto con la vivace e luminosa costruzione monocromatica e con effetti chiaroscurali che prospettano un possibile ritorno alla felicità.
Nonostante non abbia mai interrotto le sue ricerche sul materico e l’informale, Anna Scotti dimostra di avere notevoli capacità disegnative che esterna nella rappresentazione della figura umana, ma soprattutto del volto degli uomini sia provenienti dal passato o da opere d’arte che hanno colpito la sua curiosità e che dimostrano la sua voglia di mettersi alla prova nella traduzione pittorica, sia rappresentando se stessa con una capacità analitica molto profonda. Nel suo Autoritratto infatti, ma anche in Anna la bella inglese, altro autoritratto a matita come si avverte dal taglio degli occhi, si nota un’accurata maestria nel definire i contorni, gli aspetti fisionomici e soprattutto il carattere austero ed elegante della bellissima donna che trasmette una profonda malinconia interiore. Sia nella pittura che nel disegno a penna l’artista sceglie di caratterizzare alcuni elementi del volto valorizzandoli con effetti di luce e ombra molto personali.
La voglia di disegnare e di dipingere cioè di tradurre per immagini le proprie emozioni rappresenta l’aspetto più innovativo e accattivante dell’opera di questa artista toscana, innamorata della terra e del mondo. Il suo entusiasmo quasi adolescenziale si mescola ad una grande passione per ciò che vede e per come lo trasforma attraverso la sua profonda voglia di comunicare. La terra diventa l’infinito quando si guarda verso l’orizzonte e ci si perde nel labirinto dei propri pensieri, si manifesta come un gioco di colori quando si apre alla bellezza di una città fiorita o di un filare di cipressi colpiti da grossi nuvoloni candidi, ma può diventare anche una cupa, cavernosa e abissale cavità che t’inghiottisce e ti trascina nella sofferenza e nella paura del domani. Un’arista completa Anna Scotti che non smette mai di impressionare per la propria curiosità e soprattutto per la necessità di trasmettere al pubblico il proprio stato d’animo.
La natura è per Anna Scotti una profonda fonte di ispirazione alla quale rivolgere la propria attenzione sia per le opere astratte che per quelle figurative. In questo caso mare e terra diventano gli orizzonti ai quali volgere lo sguardo per rimanere fedeli ad una profonda tensione e inquietudine che colpisce chi si perde nell’infinito. Un mare familiare e accogliente come quello della Versilia, ma nello stesso tempo tempestoso e ostile che nasconde insidiose angosce e che non permette di lasciarsi cullare dalla frescura notturna. Disegni preparatori degli anni Sessanta e Settanta anticipano piccoli quadri a olio dove le tensioni si manifestano con un gigantesco movimento di acqua che disorienta e turba l’osservatore anche se l’artista non si distacca dalla sua voglia di ricerca di armonia ed equilibrio.
Disegno a china di Anna Scotti di grandi dimensioni nel quale, come sempre, non sono importanti le figure che vengono realizzate, ma lo stato d’animo che da esse scaturisce. La sera con il suo crepuscolo e il buio che incombe rappresentano momenti di riflessione, di concentrazione, ma anche attimi dedicati all’amore e alla passione. Nelle sue figure intrecciate e sommariamente descritte con una serie di fitti e morbidissimi tratteggi, traspare una grande ricerca di ardore e desiderio tipici della produzione dell’artista che trascina il proprio tormento nelle sue opere attraverso il rapporto con la realtà quotidiana.
Disegno a china di Anna Scotti di grandi dimensioni nel quale, come sempre, non sono importanti le figure che vengono realizzate, ma lo stato d’animo che da esse scaturisce. La sera con il suo crepuscolo e il buio che incombe rappresentano momenti di riflessione, di concentrazione, ma anche attimi dedicati all’amore e alla passione. Nelle sue figure intrecciate e sommariamente descritte con una serie di fitti e morbidissimi tratteggi, traspare una grande ricerca di ardore e desiderio tipici della produzione dell’artista che trascina il proprio tormento nelle sue opere attraverso il rapporto con la realtà quotidiana.
La voglia di disegnare e di dipingere cioè di tradurre per immagini le proprie emozioni rappresenta l’aspetto più innovativo e accattivante dell’opera di questa artista toscana, innamorata della terra e del mondo. Il suo entusiasmo quasi adolescenziale si mescola ad una grande passione per ciò che vede e per come lo trasforma attraverso la sua profonda voglia di comunicare. La terra diventa l’infinito quando si guarda verso l’orizzonte e ci si perde nel labirinto dei propri pensieri, si manifesta come un gioco di colori quando si apre alla bellezza di una città fiorita o di un filare di cipressi colpiti da grossi nuvoloni candidi, ma può diventare anche una cupa, cavernosa e abissale cavità che t’inghiottisce e ti trascina nella sofferenza e nella paura del domani. Un’arista completa Anna Scotti che non smette mai di impressionare per la propria curiosità e soprattutto per la necessità di trasmettere al pubblico il proprio stato d’animo.
La natura è per Anna Scotti una profonda fonte di ispirazione alla quale rivolgere la propria attenzione sia per le opere astratte che per quelle figurative. In questo caso mare e terra diventano gli orizzonti ai quali volgere lo sguardo per rimanere fedeli ad una profonda tensione e inquietudine che colpisce chi si perde nell’infinito. Un mare familiare e accogliente come quello della Versilia, ma nello stesso tempo tempestoso e ostile che nasconde insidiose angosce e che non permette di lasciarsi cullare dalla frescura notturna. Disegni preparatori degli anni Sessanta e Settanta anticipano piccoli quadri a olio dove le tensioni si manifestano con un gigantesco movimento di acqua che disorienta e turba l’osservatore anche se l’artista non si distacca dalla sua voglia di ricerca di armonia ed equilibrio.
Anna Scotti, pittrice sicuramente colta, capace di leggere e capire le opere degli artisti americani quali Pollock / Krasner, Wols, Tobey, attraverso le sue forme colorate comunica messaggi di esistenza e di sopravvivenza che si orientano tra l’espressionismo astratto e l’informale. Le opere della Scotti permettono all’osservatore di guardare con grande libertà e di percepire solo ciò che le proprie paure, speranze o la sua istruzione gli ha insegnato, che non devono né corrispondere alla nostra esperienza quotidiana né contraddirla, ma filtrarla. Dalle colline rosse, nere e bianche di Avvenimento cosmico n.1, è possibile scoprire la sopravvivenza di tracce figurative che fanno pensare a enigmatiche, arcaiche o forse futuribili immagini di una natura in divenire. E’ evidente che la poetica dell’artista si contraddistingue con un’elevata dose di indipendenza interiore che trova nella radicale innovazione formale di uno spazio senza prospettive, dove prevale la stratificazione coloristica e materica, un forte potenziale espressivo. L’opera pittorica si avvale di una grande quantità di disegni preparatori nei quali l’artista sperimenta segni ed effetti cromatici che mostrano la sua grande preparazione artistica e lo studio attento e minuzioso che metteva in ogni sua composizione
Disegno a china di Anna Scotti di grandi dimensioni nel quale, come sempre, non sono importanti le figure che vengono realizzate, ma lo stato d’animo che da esse scaturisce. La sera con il suo crepuscolo e il buio che incombe rappresentano momenti di riflessione, di concentrazione, ma anche attimi dedicati all’amore e alla passione. Nelle sue figure intrecciate e sommariamente descritte con una serie di fitti e morbidissimi tratteggi, traspare una grande ricerca di ardore e desiderio tipici della produzione dell’artista che trascina il proprio tormento nelle sue opere attraverso il rapporto con la realtà quotidiana.
Disegno a china di Anna Scotti di grandi dimensioni nel quale, come sempre, non sono importanti le figure che vengono realizzate, ma lo stato d’animo che da esse scaturisce. La sera con il suo crepuscolo e il buio che incombe rappresentano momenti di riflessione, di concentrazione, ma anche attimi dedicati all’amore e alla passione. Nelle sue figure intrecciate e sommariamente descritte con una serie di fitti e morbidissimi tratteggi, traspare una grande ricerca di ardore e desiderio tipici della produzione dell’artista che trascina il proprio tormento nelle sue opere attraverso il rapporto con la realtà quotidiana.
La ricerca di Anna Scotti è notevole: si guarda attorno, individua elementi naturalistici che la incuriosiscono e ci lavora a lungo eseguendo numerosissimi disegni che realizza cercando di fondere realtà e immaginazione, forma e contenuto, linea e immagini. Tutto questo la Scotti lo ottiene lavorando con minuziosa e costante serietà soppesando con analitica attenzione gli elementi che compongono le tematiche da lei scelte. Scopre segni che riesce a individuare solo indagando nella natura che la circonda e portando a intravedere nella sagoma di una pianta selvatica la fitta rete di una ragnatela gigante e impenetrabile.
La ricerca di Anna Scotti è notevole: si guarda attorno, individua elementi naturalistici che la incuriosiscono e ci lavora a lungo eseguendo numerosissimi disegni che realizza cercando di fondere realtà e immaginazione, forma e contenuto, linea e immagini. Tutto questo la Scotti lo ottiene lavorando con minuziosa e costante serietà soppesando con analitica attenzione gli elementi che compongono le tematiche da lei scelte. Scopre segni che riesce a individuare solo indagando nella natura che la circonda e portando a intravedere nella sagoma di una pianta selvatica la fitta rete di una ragnatela gigante e impenetrabile.
La ricerca di Anna Scotti è notevole: si guarda attorno, individua elementi naturalistici che la incuriosiscono e ci lavora a lungo eseguendo numerosissimi disegni che realizza cercando di fondere realtà e immaginazione, forma e contenuto, linea e immagini. Tutto questo la Scotti lo ottiene lavorando con minuziosa e costante serietà soppesando con analitica attenzione gli elementi che compongono le tematiche da lei scelte. Scopre segni che riesce a individuare solo indagando nella natura che la circonda e portando a intravedere nella sagoma di una pianta selvatica la fitta rete di una ragnatela gigante e impenetrabile.
La natura è per Anna Scotti una profonda fonte di ispirazione alla quale rivolgere la propria attenzione sia per le opere astratte che per quelle figurative. In questo caso mare e terra diventano gli orizzonti ai quali volgere lo sguardo per rimanere fedeli ad una profonda tensione e inquietudine che colpisce chi si perde nell’infinito. Un mare familiare e accogliente come quello della Versilia, ma nello stesso tempo tempestoso e ostile che nasconde insidiose angosce e che non permette di lasciarsi cullare dalla frescura notturna. Disegni preparatori degli anni Sessanta e Settanta anticipano piccoli quadri a olio dove le tensioni si manifestano con un gigantesco movimento di acqua che disorienta e turba l’osservatore anche se l’artista non si distacca dalla sua voglia di ricerca di armonia ed equilibrio.
La voglia di disegnare e di dipingere cioè di tradurre per immagini le proprie emozioni rappresenta l’aspetto più innovativo e accattivante dell’opera di questa artista toscana, innamorata della terra e del mondo. Il suo entusiasmo quasi adolescenziale si mescola ad una grande passione per ciò che vede e per come lo trasforma attraverso la sua profonda voglia di comunicare. La terra diventa l’infinito quando si guarda verso l’orizzonte e ci si perde nel labirinto dei propri pensieri, si manifesta come un gioco di colori quando si apre alla bellezza di una città fiorita o di un filare di cipressi colpiti da grossi nuvoloni candidi, ma può diventare anche una cupa, cavernosa e abissale cavità che t’inghiottisce e ti trascina nella sofferenza e nella paura del domani. Un’arista completa Anna Scotti che non smette mai di impressionare per la propria curiosità e soprattutto per la necessità di trasmettere al pubblico il proprio stato d’animo.
Deserto dentro, Messaggio e Senza titolo, dipinti della fine degli anni Ottanta, ci mostrano in maniera molto chiara la perfetta fusione tra realtà ed emotività che l’artista crea nei suoi lavori. Il colore della sabbia del deserto, la sua leggerissima consistenza, il pulviscolo che ricopre le stratificazioni terrestri, la materia che sovrasta, descrivono le caratteristiche di una zona desertica visitata e vissuta. L’artista, tuttavia, aggiunge al titolo la parola “dentro” per costruire e raccontare l’intensa sensazione di vuoto e di solitudine che si trova in un deserto naturale, ma che può nascere all’interno dell’uomo in seguito ad un grave evento. L’angoscia e la desolazione sono presenti in maniera molto forte in questi dipinti che cercano un loro riscatto con la vivace e luminosa costruzione monocromatica e con effetti chiaroscurali che prospettano un possibile ritorno alla felicità.
Nonostante non abbia mai interrotto le sue ricerche sul materico e l’informale, Anna Scotti dimostra di avere notevoli capacità disegnative che esterna nella rappresentazione della figura umana, ma soprattutto del volto degli uomini sia provenienti dal passato o da opere d’arte che hanno colpito la sua curiosità e che dimostrano la sua voglia di mettersi alla prova nella traduzione pittorica, sia rappresentando se stessa con una capacità analitica molto profonda. Nel suo Autoritratto infatti, ma anche in Anna la bella inglese, altro autoritratto a matita come si avverte dal taglio degli occhi, si nota un’accurata maestria nel definire i contorni, gli aspetti fisionomici e soprattutto il carattere austero ed elegante della bellissima donna che trasmette una profonda malinconia interiore. Sia nella pittura che nel disegno a penna, della fine degli anni cinquanta, l’artista sceglie di caratterizzare alcuni elementi del volto valorizzandoli con effetti di luce e ombra molto personali.
Deserto dentro, Messaggio e Senza titolo, dipinti della fine degli anni Ottanta, ci mostrano in maniera molto chiara la perfetta fusione tra realtà ed emotività che l’artista crea nei suoi lavori. Il colore della sabbia del deserto, la sua leggerissima consistenza, il pulviscolo che ricopre le stratificazioni terrestri, la materia che sovrasta, descrivono le caratteristiche di una zona desertica visitata e vissuta. L’artista, tuttavia, aggiunge al titolo la parola “dentro” per costruire e raccontare l’intensa sensazione di vuoto e di solitudine che si trova in un deserto naturale, ma che può nascere all’interno dell’uomo in seguito ad un grave evento. L’angoscia e la desolazione sono presenti in maniera molto forte in questi dipinti che cercano un loro riscatto con la vivace e luminosa costruzione monocromatica e con effetti chiaroscurali che prospettano un possibile ritorno alla felicità.
La natura è per Anna Scotti una profonda fonte di ispirazione alla quale rivolgere la propria attenzione sia per le opere astratte che per quelle figurative. In questo caso mare e terra diventano gli orizzonti ai quali volgere lo sguardo per rimanere fedeli ad una profonda tensione e inquietudine che colpisce chi si perde nell’infinito. Un mare familiare e accogliente come quello della Versilia, ma nello stesso tempo tempestoso e ostile che nasconde insidiose angosce e che non permette di lasciarsi cullare dalla frescura notturna. Disegni preparatori degli anni Sessanta e Settanta anticipano piccoli quadri a olio dove le tensioni si manifestano con un gigantesco movimento di acqua che disorienta e turba l’osservatore anche se l’artista non si distacca dalla sua voglia di ricerca di armonia ed equilibrio.
La natura è per Anna Scotti una profonda fonte di ispirazione alla quale rivolgere la propria attenzione sia per le opere astratte che per quelle figurative. In questo caso mare e terra diventano gli orizzonti ai quali volgere lo sguardo per rimanere fedeli ad una profonda tensione e inquietudine che colpisce chi si perde nell’infinito. Un mare familiare e accogliente come quello della Versilia, ma nello stesso tempo tempestoso e ostile che nasconde insidiose angosce e che non permette di lasciarsi cullare dalla frescura notturna. Disegni preparatori degli anni Sessanta e Settanta anticipano piccoli quadri a olio dove le tensioni si manifestano con un gigantesco movimento di acqua che disorienta e turba l’osservatore anche se l’artista non si distacca dalla sua voglia di ricerca di armonia ed equilibrio.