Ha iniziato i suoi studi artistici a Firenze, quindi a Sassari, dove dopo l’abilitazione, ha insegnato materie artistiche in alcune scuole come a Dorgali e all’Istituto d’Arte di Nuoro.
Dal 1958 inizia l’attività artistica rivelandosi eccellente pittore al Concorso Nazionale Prima-vera di Firenze, sono anche gli anni in cui presenzia assiduamente all’attività culturale ed espositiva della Galleria Numero di Fiamma Vigo a Firenze, nell’ambito di questa collaborazione, che durerà fino ai primi anni Settanta, l’artista ha modo di maturare e sviluppare il proprio lavoro, intensificando scambi e contatti artistici, citiamo, ad esempio, una delle prime grandi esposizioni internazionali di arte astratta, svoltasi nei primi anni Sessanta, nelle principali città della Danimarca, a cui partecipa insieme a tutti i compagni di Numero. Proseguendo il suo lavoro nell’ambito della Galleria fiorentina, contribuisce nel 1967, alla formazione del gruppo Set, che lo porta ad esporre in numerose gallerie italiane, come, alle Gallerie Numero di Roma e Venezia, alla Galleria Carabaga di Genova, ma anche a Bologna alla Galleria De Foscherari e alla Modern Art Agency di Napoli. Tra il 1969 e il 1970 fa parte del gruppo F 1 di Firenze (citiamo la Mostra Ventunoundicisessantanove, alla Galleria Diaframma, Milano, 1969) con il quale realizza le cassette Multibox, assemblaggi artistici realizzati da una vera e propria partecipazione di gruppo. Dopo essersi cimentato nel disegno, nella ceramica, nella litografia e nello sbalzo su rame, passa gradualmente alla forma astratta e all’assemblaggio, vicino al ready-made duchampiano fino a sviluppare in chiave concettuale certe soluzioni formali di alcuni lavori degli anni Settanta, in particolare dell’Atlante. È stato vicino al gruppo dei poeti visivi, amico di Eugenio Miccini, il quale presenta le sue opere in occasione della mostra Chroma e geometria allo Studio d’Arte Il Moro, Firenze, 1973; e soprattutto, amico di Ketty La Rocca, per la quale collabora al video Appendice per una supplica, 1972. Ha creato anche libri d’artista, ricordiamo, oltre al già citato Atlante, anche Un cubo di cronaca o Libro cubo pressato, 1970; negli anni Novanta realizza sculture-installazioni polimateriche e si è interessato anche alla Mail Art. Dalla grande quantità di collaborazioni si evince che Tolu è un’artista particolarmente poliedrico e ricettivo, difficile da inserire in un’unica tendenza artistica; infatti, nel corso della sua attività che tuttora segue essendo molto prolifera, si è sempre rinnovato e rigenerato grazie all’ambiente culturale a lui contemporaneo.
Tra le principali esposizioni sono da annoverare: Gallerie Numero, Firenze, Roma, 1963; Galleria Numero, Venezia, 1965; 1° Premio Piccolo Formato, Galleria Numero, Firenze, 1965; Museo Civico Macerata e Galleria Nazionale Bratislava, 1968; Galleria 2000, Bologna, 1971; Galleria Fiamma Vigo, Roma, 1976; Galleria Inquadrature, Firenze, 1977; Galleria Indiano Grafica, Firenze, 1982; Galleria Chironi 88, Nuoro, 1986; Galleria Wettsztein, Settignano, 1992; Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze, 1994.
Per quanto riguarda le mostre collettive e i premi ricevuti, ricordiamo fra i tanti: Premio Città di Firenze, 1957; Galleria Nikolaj Kirke, Copenaghen, 1962; Mostra Mercato Interna-zionale d’Arte Contemporanea, Palazzo Strozzi, Firenze, 1964; 1° Premio Juan Mirò, Barcellona, 1972; Libro estemporaneo, Galleria Fiamma Vigo, Roma, 1976; Made in Florence, Filadelfia (U.S.A.), 1984; Firenze per l’arte contemporanea, Forte Belvedere, Firenze, 1986; Alphabetica, Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze, 1994; Informale, Firenze anni ’50, Galleria Spaziotempo, Firenze, 1999.
Le sue opere sono esposte: Museo di Bratislavia; Museo d’Arte Moderna, Firenze; Museo Artistico Sant Lluc, Barcellona.
Quest’opera nasce dall’idea di un libro d’artista dal titolo Atlante, realizzato nel 1971 da Vittorio Tolu; si tratta di un volume con sole immagini originali realizzate con diverse tecniche: matita, acquerello, pennarello, collage, tempera, ecoline, ecc. Il libro non è mai stato esposto prima del 1994 quando viene inserito nella mostra Libri & Oggetti, realizzata alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Partendo dalle soluzioni dell’Atlante, Tolu, riproduce ed ingrandisce quasi tutte le illustrazioni del volume e ne ricava sessanta quadri che vengono raggruppati sotto il nome di Planet & Extraplanet. L’opera in questione, Galaxy, (altrimenti intitolata, Bocca) del 1972, non è compresa nel libro-atlante, comunque è molto simile ad altre due immagini in pigmento rosso, alle quali, l’artista si è chiaramente ispirato per la realizzazione del quadro. Sfogliando il volume di Tolu ci troviamo catapultati in un mondo completamente surreale dove, assurde visioni del pianeta terra in labirintiche mappe, prendono forma di parti del corpo umano (come il cervello, l’occhio, la mano, la bocca o un profilo) avvicendandosi ad incredibili città-mappe che rimandano ai primitivi tentativi di rappresentazione delle terre conosciute. Siamo di fronte alla visione di un nuovo pianeta che l’artista descrive minuziosamente in ogni particolare; ciò che accomuna le illustrazioni è una sorta di metamorfosi geografica che interessa la struttura morfologica delle nazioni delle coste e dei mari, i quali, prendono le sembianze di parti umane, anzi, come dice l’artista stesso, “è la figura umana che diventa terra-paesaggio” (cfr. da Una conversazione con Vittorio Tolu, ottobre 2000). Galaxy, rientra nei presupposti concettuali dell’Atlante, seguendone perfettamente le tematiche. Da notare, l’insolito modo con cui viene trattato il supporto che risulta stondato ai lati, come fosse una pellicola fotografica inoltre, anche la bocca non ha una resa pittorica classica, viene come scomposto meccanicamente, restituendo un’immagine che, persa ogni sua connotazione realistica, richiama piuttosto, una forma sconosciuta catturata da una foto satellitare.
L’opera è stata esposta al Premio Paolo Scheggi, Settignano, 1973 e viene presentata insieme ad altri due lavori, che per convenienza l’artista ha chiamato Rosso e Occhio che, insieme a Bocca, formano il trittico di Galaxy.