Andrea Dami nasce a Pistoia il 25 settembre del 1946. Frequenta l’Istituto d’Arte Petrocchi della sua città e dal 1966 si dedica all’insegnamento di educazione artistica. Dal 1965 inizia la sua partecipazione a mostre collettive e personali, ma negli anni Novanta la sua attività espositiva diventa più feconda. Nel 1990 inaugura una personale intitolata Il nastro di Arianna, curata nella parte critica da Anna Brancolini e Siliano Simoncini, preso L’Osteria dei Pellegrini di Monsummano Terme, esponendo sculture in cartapesta e smalto, video sculture e video. Nel 1992 inizia il periodo delle materializzazioni, sculture in cartapesta e video sculture: una è presente nella collettiva curata da Antonio Nespoli a Montecatini Alta, Dami, Spoerri, Ulivi. Tre artisti all’est dell’America, e l’altra è una “materializzazione in nero” composta da quattro lunette in nero è presente alla Villa Renatico Martini di Monsummano Terme in occasione della mostra Dodici-dodici-così, incontri con dodici artisti più uno e le loro opere. Verso la metà degli anni Novanta realizza uno spazio verde attrezzato “Giardino della Memoria” a Castelmartini per commemorare la strage del Padule di Fucecchio e all’interno di questo spazio realizza una grande scultura in ferro dipinto. Con una serie di “materializzazioni” in ferro partecipa ad una personale a Pietrasanta e in seguito alla collettiva Proiezioni d’arte –Palazzo Fabroni alla Fortezza di Santa Barbara di Pistoia. Risalgono alla fine degli anni Novanta le sculture sonanti: Sogno, Quattro Stagioni, Menhir, esposte a Pistoia, Pisa, Perugia e alla Stazione di Santa Maria Novella a Firenze, e L’ala dell’angelo, scultura sonante in ferro esposta e suonata nello “Spazio-teatro” della Fattoria di Celle di Pistoia, in occasione della Cerimonia del tè di Dani Karavan. Successivamente il solito evento è stato riproposto nella storica Piazza IV Novembre di Perugia in occasione della mostra Perugia classico 99. Nel 2001 Andrea Dami in occasione della manifestazione in ricordo della liberazione di Pistoia dell’8 settembre 1944, realizza il progetto grafico di un libro intitolato Giardino della Memoria con disegni e foto. Nel 2003 esegue l’opera sonante Direzioni che con altre sculture dello stesso dami e di Jaume Pensa e Armando Marrocco , dando vita, presso la villa di Groppoli al Giardino sonoro, per il quale il Dami ha anche eseguito un libro guida. Nel 2009 partecipa ad un progetto intitolato Luna e l’Altro che è costituito da un libro e tre mostre di arte contemporanea Enigma, Archetipo e Ambiguità realizzate rispettivamente a Certaldo, Firenze e Pontassieve. Le esposizioni ricordano i quarant’anni dell’allunaggio avvenuto il 20 luglio del 1969 e presentano il lavoro di cinquanta artisti e altrettanti scrittori che eseguono un’opera dedicata alla luna con varie tecniche multimediali. Nel marzo del 2011 a Villa Renatico Martini al Museo d’Arte Contemporanea e del Novecento di Monsummano Terme viene inaugurata una mostra dal titolo Tre colori Verde Bianco e Rosso. Tre artisti Barale - Bassetti - Dami curata da Roberto Agnoletti. Andrea Adami ci ricorda con la sua opera Diario lo scandire del tempo e della storia: si tratta una lunga tavola sinottica disposta sopra una parete sulla quale sono segnate tutte le date più significative degli eventi che hanno rappresentato la crescita della Costituzione nel corso dei suoi 150 anni e permettono di colloquiare con pubblico attraverso la possibilità di lasciare attaccato alla parete un post it con gli eventi che hanno maggiormente caratterizzato l’Italia per gli spettatori. IL 10 novembre 2012 Dami presenta alla Villa Castello di Smilea a Montale l’opera video Riflessi liquidi dedicata al centenario della nascita di John Cage. Riflessi Liquidi è una fusione di immagini, parole e suoni, ottenuti con le sculture musicali, suoni elettronici e rumori ambientali. L’opera di Andrea Dami e soprattutto i suoi interventi e le manifestazioni alle quali ha partecipato sono presenti con nei vari siti a suo nome presenti su internet. Interessante il video su Youtube Lavori incorso Andrea Adami all’opera del 26 marzo 2012.
Di Dami scrive Anna Braccolini che da anni segue il suo lavoro “Un possibile percorso di Andrea Dami, che potete leggere o riprodurre digitando il sito www.cra.phoenixfound.it (Carla Rossi Academy - International Institut of Italian Studies). In questi anni la collezione si è arricchita di lavori che presentano un grazioso pittogramma come la farfalla, che è la rappresentazione di noi stessi in questa -società del rischio- e il rischio ci invita a riflettere sulla nostra epoca, in cui si vive nell’indeterminatezza e nell’imprevedibilità. L’immobilità della farfalla nei quadri-sculture ha, per Andrea Dami, un valore positivo perché il riposo (del corpo) ci permette la riflessione, una riflessione per ridefinire i nostri concetti sociologici”. Le farfalle, con la loro immobilità, si posano sulla bandiera, Verde Bianco Rosso, simbolo di una Nazione sulla quale, dopo 150 anni di Unità, c’è forse molto da riflettere. La fusione dei colori, il nero dell’asta, l’equilibrio delle forme ci costringono a fermarci, per fare chiarezza, per cercare di comprendere cosa di questa iniziale e tanto declamata Unità è rimasto oggi. L’osservatore non può esimersi da un coinvolgimento personale e l’artista si aspetta la sua partecipazione attiva.
“Andrea Dami che descrive l’oggetto in chiave neo-manierista” così Umberto Castelli curatore della cartella “1944-1994: 50 anni di Lavoro” presenta l’acquaforte del Dami e continua “La “ruota floreale” di Dami, è concepita quale mezzo che allevia la fatica giornaliera del lavoro umano”. E’ vero che osservare quella irregolare ruota fatta di tanti segni analoghi fra loro sempre ripetuti, con differenti effetti cromatici, che richiamano alla mente infiniti elementi della natura, dal fiore alla foglia fino all’insetto, possono rappresentare un momento di stasi che sproni alla riflessione? E non sembra, osservando attentamente l’acquaforte del Dami che le due ampie ali nascano da un corpo centrale filiforme e che si stia assistendo proprio alla nascita di una farfalla? Da bozzolo immobile, benché in inarrestabile evoluzione, a farfalla che si ferma riflettere. La bellezza dell’opera del maestro sta proprio in questa capacità di coinvolgere lo spettatore fino a renderlo partecipe del suo pensiero in continua evoluzione.
La suite, composta da quattro fogli, nasce da un progetto inaugurato il 6 agosto 2016 a Pian di Novello in località Pinaccina, intitolato “A tempo di gioco nell’orto di Giovannino”. Gli Alberi parlanti di Andrea Dami, istallati al Parco Artistico, sono una serie di alberi cavi dentro ai quali si possono vivere emozionanti sensazioni, capaci di trasformare i partecipanti, in personaggi che popolano i boschi: emozioni visive, tattili, auditivi, olfattive, si susseguono, proprio per la concentrazione che l’artista riesce a ottenere all’interno di uno spazio contenuto, naturale e predisposto anche con strumenti musicali. I magnifici fogli coloratissimi, che traduco l’evento all’aperto, e che costituiscono la suite, hanno invece il compito di ricordare la splendida avventura artistica facendoci tornare bambini, pronti ad abbandonare le nostre strutture, per tornare a vivere dei piaceri di quel mondo ludico e fiabesco che pensavamo di avere perduto per sempre.
Già esposta al Mac,n nel 2019, in un evento espositivo che riprendeva il titolo da un verso tratto dalla poesia A una polena di Pablo Neruda “Alla fine, ai miei occhi eri destinata” l’opera di Andrea Dami, Frammenti di pietra, sembra proporre uno dei suoi infiniti giochi concettuali e intellettuali. Il primo elemento, protagonista della composizione, non è l’occhio indagatore e sornione al centro, bensì la diagonale che, con tutte le sue forme e sfaccettature, si muove all’interno di una foglio creando un parallelepipedo verticale e tridimensionale. Numeri, segni, chiaroscuri e forme si articolano rapidamente in una fitta trama dentro la quale si costruiscono percorsi personali che possono in qualunque momento essere deviati, modificati, dirottati, ritoccati, corretti o addirittura completamente rettificati. L’uomo è proprio per questo una creatura perfetta perché e capace di riflettere e rivedere anche le proprie convinzioni più profonde.
Un tipico parco di villa toscana, con cipressi e scultura antica. Una piscina separata da una siepe e una grossa rete pronta a intrappolare le povere farfalle che si avvicinano. Anna Brancolini, che segue da anni il lavoro di Andrea Dami, ha parlato in diverse mostre o eventi della farfalla e del valore che per l’artista questo delicato animale possiede. Scrive “L’immobilità della farfalla nei quadri-scultura ha, per Andrea Dami, un valore positivo perché il riposo (del corpo) ci permette la riflessione, una riflessione per ridefinire i nostri concetti sociologici”. Forse la ricerca dell’uomo farfalla con tutte le sue positive caratteristiche, la sua bellezza e pacatezza, la sua capacità riflessiva e intuitiva, è un’utopia che l’artista ci sprona a ricercare.
Interessante lavoro di Andrea Dami che riesce a combinare l’immagine di un paesaggio nel quale si contrappongono rocce impervie e strade lineari assieme a un breve, ma intenso testo poetico che sembra tradurre il difficile dramma sanitario che si è abbattuto sul mondo nel 2020: “Una prova decisiva straordinaria stava per sconfiggere le distruttive tenebre … Un impegno non effimero nel giorno che stava per illuminarci”. Interscambio tra quiete e tempesta, tra luce e tenebre, condizione radicata nella vita dell’uomo che sembra aver colpito l’artista già nel lontano 1990.