Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Elio Marchegiani

Siracusa, 1929


Siciliano di nascita, ma a tutti gli effetti toscano riguardo alla sua formazione artistica, dal momento che nel 1934 si trasferisce con la famiglia a Livorno, dove trascorre l’infanzia e la giovinezza, Elio Marchegiani inizia a dipingere da bambino, per poi coltivare questa sua passione come autodidatta, senza frequentare scuole o accademie d’arte. Su sollecitazione della famiglia compie infatti gli studi classici, per poi iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa.

Quando dopo la morte del padre, nel 1951, è costretto a trovare un lavoro, inizia ad operare nel campo della pubblicità, avendo così agio di far convivere lavoro e attività artistica, almeno fino al 1970 allorché assume la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove dal 1983 al 1988 sarà anche direttore.

Sin dall’inizio il suo fare artistico è sempre intessuto di una costante tensione ironico-trasgressiva, che sfocia talvolta nell’happening provocatorio, come nel caso di 9000 mosche vive del 1969.

La sua prima personale è stata allestita alla Galleria Giraldi di Livorno nel 1958 mentre all’anno successivo risale la sua partecipazione all’Ottava Quadriennale di Roma. Negli anni Sessanta partecipa all’esperienza fiorentina del Gruppo 70, realizzando nel contempo importanti mostre personali, come quella del 1966 alla Galleria Apollinaire di Milano e quella del 1967 all’Obelisco di Roma.

Da allora ha allestito decine di mostre personali e ha al suo attivo numerose partecipazioni a rassegna nazionali ed internazionali, fra le quali le Biennali di Venezia del 1968, 1972 e 1986.

Prendendo le mosse da suggestioni di tipo informale, ha indirizzato il suo lavoro sempre più verso ambiti di ricerca sperimentale. Pur avendo come riferimento alcune esperienze artistiche del Novecento, la velocità del movimento di Balla, le provocazioni di Duchamp, lo spazialismo di Fontana, il suo interesse si è concentrato soprattutto sui legami fra scienza e sviluppo dell’immagine, la cui oggettiva e materiale consistenza è a ben vedere la base di tutto il suo lavoro. Nei mesi di luglio, agosto, settembre del 2010 la mostra antologica alla Torre di Guevara di Ischia con presentazione in catalogo di Massimo Bignardi, edito da Le Rive di Cartaromana.Nel gennaio 2012 la Galleria Allegra Ravizza Art Project allestisce la prima esposizione di opere storiche a partire da un progetto del 1971 “La cultura è energia”, una mostra in 5 azioni tenutasi alla Galleria Apollinaire di Milano con Pierre Restany. La cura è di Marco Meneguzzo che in un’intervista televisiva dice: “Marchegiani è il futuro fatto in casa”. AllaGalleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nel marzo 2012, partecipa con l’opera “Helios” 1966, ad “Arte Cinetica e programmata” a cura di Giovanni Granzotto e Mariastella Margozzi. Dalla fine del secolo ad oggi, la sua attività è rivolta ad opere tridimensionali ed ambientali, ed al suo “Fare per pensare” dedito a un’attenzione al mondo esterno, nella costante convinzione che l’artista debba raccontare anche la propria epoca.

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