Emila Maria Chiara Petri, pittrice autodidatta, vive e lavora a Bologna. Inizia a dedicarsi al disegno, grazie alle positive influenze familiari, da piccolissima e in particolare rivolge subito la sua attenzione all’autoritratto, tema ricorrente, nonché ricerca introspettiva, costante nel suo percorso pittorico che si sviluppa attraverso varie tecniche e diversi materiali, istallazioni site- specific e sculture anamorfiche, che offrono alla pittura bidimensionale numerosi punti di vista. Nel 2012 partecipa ed è finalista del Premio Celeste e del Premio Combat e da allora espone in diverse mostre personali e collettive; l’ultimo progetto espositivo Teniamoci, a cura di Carmen Schipilliti, con il Patrocinio del Comune di Pistoia e la collaborazione di Post Industrial Atelier ed Emiliano Mazzoncini per la parte critica, ha visto coinvolte nel mese di settembre 2018 diverse realtà e spazi della città di Pistoia, partendo dalle Sale Affrescate del Palazzo di Giano ( testo tratto dal catalogo Anima/ Animus/ Anime, catalogo e mostra a cura di F.Basetti e P.Cassinelli ; Mac,n 6 ottobre- 18 novembre 2018, Monsummano Terme 2018).
Opera presentata per la prima volta alla mostra Anima Animus Anime svoltasi, dal 6 ottobre al 18 novembre 2008, al Museo d’Arte contemporanea e del Novecento di Monsummano Terme. Polittico composto da quattro pannelli nei quali due volti, uno maschile e l’altro femminile, benché siano caratterizzati e definiti nel loro aspetto, si fondono e costituiscono un’unica personalità. La Petri in questo dipinto, probabilmente autobiografico, illustra il lato maschile e quello femminile che coesistono in ogni persona evidenziando, attraverso la fisionomica, tutti gli elementi che distinguono i due sessi. L’ uomo e la donna nel dipinto della Petri non sono identici, ma molto somiglianti, hanno la stessa luce negli occhi e il medesimo sguardo attento e indagatore che, attraverso un preciso percorso introspettivo, stabilisce una fusione, una conciliazione o una rottura con l’ambivalenza insita in ognuno di noi. Gli occhi dei due ritratti della Petri scrutano lo spettatore e lo coinvolgono a seguire una profonda ricerca che permetterà di scoprire zone oscure di se stessi facilitando la comunicazione con lo spettatore. I due volti sembravo uscire cautamente e con circospezione dal profondo di una buia caverna nella quale hanno occultato viscerali segreti che solo l’attenta e tacita esplorazione aiuterà a svelare.