Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

IT | EN | FR |
""

Gabriella Bais

Rovereto (TN), 1966


Diplomata all'Istituto Statale D'Arte “A.Vittoria” di Trento, sezione metalli, inizia a scoprire l'arte della terracotta solo alcuni anni più tardi, viaggiando in Sudamerica, dove la lavorazione dell'argilla ha origini millenarie. La sua indole creativa e la grande curiosità che la caratterizzano la spingono a sperimentare diverse tecniche di lavorazione dell'argilla, fino all'incontro casuale con la magia del raku. Appassionata dalle infinite possibilità di trasformazione di materie povere come la terra, accosta con gusto e raffinatezza altri materiali come legno, ferro, resine, cercando di staccarsi dalle forme classiche e tradizionali per creare oggetti che sappiano trasmettere emozioni. Inizialmente è la ricerca dello stile primitivo del raku, rivisitato secondo originali contaminazioni, legate sempre alla cultura sudamericana, tra tradizione e innovazione, successivamente a tutto ciò si aggiunge una personale ricerca introspettiva, che ha permesso di affrontare tematiche e pensieri inerenti alla sua professione in un reparto di terapia intensiva. L'origine del Raku è legata alla cerimonia del tè. Il suo ideogramma significa “gioire il giorno” e custodisce la pratica e la poetica di un percorso che tende a creare uno stato d’animo meditativo. La cottura raku avviene all’aperto e il forno si apre sempre sull’inimmaginabile, sull’imperfezione e sulla magia, sull’incanto di mondi lontani. La tecnica manuale di decorazione, cottura ed estrazione dal forno degli oggetti incandescenti e sottoposti a riduzione di ossigeno con foglie secche, segatura, carta, consente di ottenere effetti decorativi e riflessi a craquelé, irregolari e imprevedibili, di straordinaria bellezza, differenti per vibrazioni e sfumature, creando pezzi unici e irripetibili

Così si racconta l’artista “Le mie mani parlano, dialogano con la terra, con l’argilla, fanno domande e l’argilla risponde con le forme ... Sono autodidatta non per presunzione, ma per necessità e questo mi dà la libertà di provare, senza condizionamenti, solo sulla base di sensazioni. Il mio lavoro è un continuo sperimentare con argille, smalti e ossidi che mi obbligano a percorsi di silenzio e pazienza, in cambio di forme e colori che mi completano per emozioni e pensieri, e che il rituale del fuoco, poi, seleziona e perfeziona. Riguardando al mio percorso comprendo di essere mossa per ottenere delle consapevolezze e con questa mi identifico: l’Arte è una porta verso un mondo parallelo…mi permette di vivere emozioni straordinarie indipendentemente dal risultato o dal giudizio”..

Tutto ciò che Gabriella Bais ha fatto per l’arte e l’arte per lei è trascritto in un ineluttabile percorso operativo, imprescindibile per la sua crescita e formazione, che ha visto l’artista sempre perfettamente consapevole delle sue scelte, nonostante dovesse confrontarsi con un indole ipercritica, soprattutto verso se stessa.

I suoi lavori mostrano la sua continua evoluzione e trasmettono, con l’incessante mutare di colori e forme, fuse tra realtà e fantasia, la ricerca di purezza e di equilibrio.

Gabriella Bais rappresenta con le sue opere molte delle riflessioni e dei dubbi ricorrenti nella società moderna: propensa alla lotta quotidiana per acquisire una libertà fisica e mentale dai condizionamenti esterni, si getta verso la scoperta del proprio io senza fermarsi alle prime difficoltà o alla repentina accettazione di facili traguardi, diffidando degli epidermici stimoli e sollecitazioni che vengono inviati dal mondo circostante.

La creazione delle forme per Gabriella Bais è solo l’origine del suo progetto e appena le mani cominciano ad esercitare la loro pressione sull’argilla inizia un inarrestabile processo creativo costruito sulle sollecitazioni, sugli stimoli emotivi, sulla singolarità del suo momentaneo stato d’animo che si conclude con “quell’aspetto irregolare ed imprevedibile, ma di straordinaria bellezza”che scaturisce dal forno dopo una lunga ed estenuante attesa. Gabriella Bais conosce i propri limiti, anzi li ha esplorati, proprio per creare un’intima familiarità, e con loro ha iniziato quel percorso che lei stessa definisce da autodidatta, ma che le è servito per raggiungere una tranquillità interiore che le sue opere con la loro eleganza, ricchezza, luminosità, originalità e, solo apparente fragilità trasmettono.

NEWSLETTER

Iscriviti per ricevere gratuitamente sulla tua email inviti ai nostri eventi, aggiornamenti e novità

Informativa PRIVACY | Se invece vuoi cancellare la tua iscrizione clicca qui