Mac,n - Museo di arte Contemporanea e del '900

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Lamberto Pignotti

Firenze, 1926


Dopo gli studi universitari, inizia ad interessarsi ai rapporti tra le arti e alle connessioni interdisciplinari in particolare, dalla metà degli anni Quaranta, si avvicina alle avanguardie storiche e letterarie soprattutto al Dadaismo, dalla cui lezione nascerà la rivista studentesca “Monitore” da lui redatta nel 1949. In questi anni, Lamberto Pignotti approfondisce in particolar modo un tipo di lavoro basato sulla dialettica fra critica ed arte e fra poesia e poetica, dando inizio anche alle sue prime sperimentazioni di arte verbo-visiva. Nel 1954, pubblica in ciclostile la sua prima raccolta di poesie, Odissea, nella quale propone particolari stravolgimenti linguistici, come ad esempio, la completa esclusione della punteggiatura. Gli interessi sulle invenzioni sperimentali dal punto di vista linguistico, lo spingono ad attuare un tipo di critica estremamente avanguardista e militante, che inevitabilmente, viene favorevolmente accolta da Eugenio Miccini, con il quale condivide le prime esperienze collettive all’interno del Gruppo 63 e del Gruppo 70.

Nel 1965, Pignotti cura la prima Antologia della Poesia Visiva Italiana, che alterna alle collaborazioni con quotidiani come “Paese Sera”, “La Nazione”, “L’Unità”, “Rinascita”. Dal 1971, insegna alla Facoltà di Architettura di Firenze e alla Facoltà di Lettere di Bologna, dove tiene dei corsi sui rapporti fra avanguardie e mass-media. La particolarità di Pignotti si evidenzia in un lavoro che progredisce grazie a interrelazioni fra segni di diversa provenienza: oltre ai modelli verbali attinenti ai linguaggi specialistici e a quelli mass-mediali, si serve anche di segni pertinenti ai codici della vista, dell’udito, del gusto del comportamento e dello spettacolo, da quest’ultimo soprattutto nasce, nei primi anni Sessanta, Poesie e no, uno spettacolo curato con Miccini, nel quale si alternano proiezioni di diapositive di poesia visiva, con manifesti poetici della Marcucci ad altre manifestazioni extrapoetiche quali, film, registrazioni su nastro, lettura di giornali, azioni poetiche, audizioni di musica classica e moderna. Inoltre, Pignotti ha condiviso con Antonio Bueno, Lucia Marcucci ed Eugenio Miccini, l’esperienza della cinepoesia, ossia, uno speciale montaggio di sequenze cinematografiche messe in rapporto con elementi verbali filmati; da queste sperimentazioni, l’artista elabora le poesie auditive, presentate nel 1965 ad una delle più rilevanti manifestazioni del Gruppo 70, intitolata Luna park.

Per il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti, per i premi di poesia ricordiamo: Premio Città di Firenze, 1958; Premio Cino Del Duca, 1961; Premio Alte Ceccato, 1965; per la critica d’arte, ha vinto il Premio Acquasparta, 1987 e il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Tra le tante esposizioni, oltre quelle citate, ricordiamo soprattutto le collettive, dato che, l’artista non ha mai creduto molto alle mostre personali, (le poche personali, furono in gran parte allestite allo Studio Santandrea): Tecnologica, Firenze, Galleria Quadrante, 1963, la XXXVI Biennale di Venezia del 1972 in Il libro come luogo della ricerca, nel 1973 è compreso nella mostra alla Galleria Civica D’Arte Moderna di Torino nella mostra Scrittura visuale in Italia 1912-1972, del 1978 è la seconda partecipazione alla XXXIX Biennale di Venezia invitato nel Padiglione del Belgio in Naturales, nell’81 è a Roma, dove peraltro risiede dal 1968, e partecipa alla mostra Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, a Palazzo delle Esposizioni, e alla XI Quadriennale del 1986 a Palazzo dei Congressi.

È compreso nel volume di F. Camon, Il mestiere di Poeta (Lerici, 1965; Garzanti, 1982); le sue opere figurano nella Collezione Marvin Sackner, Miami Beach (USA).

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